Regionali, "emigrazione sanitaria", scintille fra Natale (Pd) e l'assessore Gratarola: "Minestre riscaldate", "Non sa di cosa parla"
di Redazione
Il tema dei pazienti liguri che vanno a farsi curare fuori regione al centro dello scambio di accuse reciproche tra il dem e l'amministratore
Botta e risposta tra Davide Natale, segretario regionale Pd, e l'assessore regionale alla sanità Angelo Gratarola, sul tema dell'"emigrazione sanitaria". “Non ci stupisce che a poco più di un anno dall’annuncio roboante dell’assessore Gratarola che dichiarava che grazie a un accordo con Toscana ed Emilia Romagna avrebbe messo un freno alle fughe dei pazienti, un accordo costato 52 milioni di euro solo nel 2021, la situazione delle fughe in Liguria sia peggiorata. Lo avevamo detto allora e lo ripetiamo oggi - dice Natale - la Giunta Toti ha sempre pensato di risolvere i problemi della sanità ligure con manovre economiche che nulla hanno a che vedere con politiche sanitarie lungimiranti. C'è un elemento ancora più preoccupante: l’incremento esponenziale delle fughe, con un costo a carico della Regione passato da 70 a 100 milioni di euro, ha sicuramente aumentato anche il dato delle persone che hanno rinunciano a curarsi, perché chi non ha una rete sociale, un familiare su cui contare per gli spostamenti o è privo della disponibilità economica, alla fine non ha altra scelta che rinunciare".
"Ma nonostante questo, oggi Gratarola, che si candida a essere di nuovo assessore alla sanità, torna a insistere - prosegue Natale - che l’unica soluzione per risolvere o arginare le fughe dei pazienti in altre regioni è pagare il privato. L’esperienza di 9 anni di fallimenti di questo centrodestra non gli ha insegnato nulla. Avrebbero dovuto assumere nuovo personale medico, soprattutto in quelle specialità dove c’è più carenza, creare le condizioni perché i medici anziché fuggire verso il privato rimanessero nel pubblico, pensando a incentivi ad hoc. Avrebbero dovuto assumere Oss, infermieri, personale tecnico. Invece Gratarola torna a riproporre la solita minestra riscaldata: accordi con i privati. In nove anni sono stati in grado solo di mettere in piedi un carrozzone inutile come quello di Alisa che ora rinnegano anche loro. Serve cambiare pagina in maniera radicale, per assicurare un servizio sanitario pubblico in grado di garantire un diritto universale, quello alla cura. La nostra sarà una battaglia per l’equità sociale, quell’equità che il governo di centrodestra in Regione ha distrutto".
Pronta la replica di Angelo Gratarola: "Ancora una volta Natale dimostra di non conoscere ciò di cui parla. Se conoscesse bene i dati, si accorgerebbe che più del 60% della mobilità passiva della Liguria, la gran parte è rappresentata da pazienti ortopedici da sottoporre a protesi d'anca o di ginocchio che vengono operati presso strutture private accreditate di Regioni limitrofe. Perché? Perché i medici liguri che sono usciti dal sistema pubblico, per ragioni economiche e maggiore libertà, hanno deciso di andare a lavorare in queste strutture fuori Liguria, in particolare in Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, proprio perché nella nostra regione di fatto non esistono queste strutture. Come invertire la rotta? Bisogna riportare questi professionisti all’interno del nostro territorio anche se il pubblico per loro resta poco appetibile visto che ne sono usciti negli anni passati. Ecco il tanto demonizzato privato accreditato: contrariamente alle accuse, non lo abbiamo in Liguria, e i pazienti usufruiscono di quello delle regioni vicine. I reparti ortopedici dei nostri ospedali non sono sufficienti a colmare il gap, perché devono occuparsi di tutta la parte traumatologica in arrivo dai pronto soccorso. Quindi Natale, che ideologicamente è contro il privato accreditato ligure, permette però che lo stesso privato possa fornire le risposte ai liguri, ma nelle regioni vicine, tra cui soprattutto l'Emilia Romagna guidata dal suo partito”.
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