Sampdoria, Ferrero: "Sono un presidente operaio. Cessione? Ho risposto con i fatti"
di Redazione
Il patron blucerchiato: "Tranquillità è il sostantivo che scelgo per la nuova stagione. Quagliarella come Vialli e Mancini"
Massimo Ferrero si appresta ad iniziare la sua settima stagione da presidente della Sampdoria. Nel giorno della ripresa della stagione a Bogliasco il patron blucerchiato a tracciato un bilancio della sua gestione sulle pagine della Gazzetta dello Sport: "Sono state sei stagioni intense, emozionanti, felici a tratti e anche faticose, come le storie d’amore. Alla settima mi preparo con audacia, tenacia, forza e sempre più cuore. Tutti i giorni si lavora. Con la mia prima linea, composta da Carlo Osti, Riccardo Pecini e Alberto Bosco lavoriamo, ognuno nel proprio raggio di competenza per snellire la burocrazia, garantire la ripartenza anche delle infrastrutture e per cercare, come sempre, i talenti giusti per una Sampdoria competitiva e di qualità. La sofferenza fa parte della passione. L’ultima è stata una stagione dura, per tanti motivi e soprattutto per quella falsa partenza, ma ci siamo salvati bene in un contesto difficile post pandemia avremmo potuto fare l’impresa, ovvero scalare ancora di più la classifica nelle ultime quattro giornate. Ma da un male bisogna sempre tirare fuori un bene e anche questa lezione ci servirà per il futuro. Tranquillità è il sostantivo che scelgo per la nuova stagione, l’asticella la si deve alzare sempre perché genera stimoli, continuità e cazzimma, ma con rigore. Ho imparato a dire che il nostro traguardo è la prossima partita".
Su Claudio Ranieri: "Sono molto soddisfatto di lui. Sotto tutti i punti di vista. In un momento di difficoltà si è rivelato la scelta giusta della quale sono e siamo tutti molto orgogliosi. Così avrà ancora più tempo per preparare la squadra, trasmettere il suo credo calcistico. Lo si è visto anche dopo la pausa per la pandemia: i risultati sono arrivati. Sarà fondamentale".
Sulla cessione della Sampdoria Ferrero taglia corto: "Ho risposto con i fatti a tante, troppe parole".
Il presidente fa poi un 'mea culpa': "Sto pagando l’impulsività, la mia genuinità e anche una certa inesperienza nelle strumentalizzazione mediatiche, un po’ machiavelliche, che certamente in tutti i settori e non solo nel calcio sono di casa. Ero e sono un presidente operaio: barcollo ma non mollo. Chi non fa non sbaglia, l’importante è fare e non arrendersi mai. Sono orgoglioso e onorato a prescindere di essere il presidente del club con i colori più belli del mondo e lavoro: è la mia risposta alle tante parole".
infine un appunto su Fabio Quagliarella e un paragone importante: "Oggi Quagliarella è quello che Vialli e Mancini sono stati in passato: un simbolo e non solo il capitano, è uno dei migliori attaccanti della storia moderna del calcio italiano. La Sampdoria ha la sua grande storia in questa storia Quagliarella occupa un posto importane."
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