Separazione carriere magistrati: a Telenord il "sì" di Mascia (FI) e il "no" di Terrile (PD)

di Matteo Cantile - Stefano Rissetto

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Il dem: "Riforma senza vantaggi per il sistema giustizia". Il forzista: "Attuazione di un dettato costituzionale"

Ospiti di Incontri Genova Italia a Telenord, Mario Mascia di Forza Italia e Alessandro Terrile del Pd, entrambi avvocati, analizzano il tema della separazione delle carriere dei magistrati, al centro della discussione politica nazionale e oggetto in settimana di un convegno Anm a Palazzo di Giustizia, dialogando con il direttore Matteo Cantile e con Stefano Rissetto.

Terrile sostiene: "Questa è una riforma che non porta nessun vantaggio al sistema giustizia, ma invece interviene su un aspetto preoccupante, cioè quella di indebolire il ruolo del pubblico ministero con questa idea di dividere i magistratura in due Csm separati un Csm per i giudici e un Csm per gli inquirenti. La conseguenza è inevitabile. Anche perché poi le funzioni nei fatti sono assolutamente distinte già nell'ambito della procedura, ad esempio penale, il giudice ha una funzione giudicante, il pubblico ministero ha una funzione inquirente e requirente alla pari di quella difensiva svolta dai difensori".

Mascia si dice favorevole: "La separazione delle carriere è l'attuazione di un dettato costituzionale. È stato costituzionalizzato il principio del giusto processo, l'articolo 111 della Costituzione. Il giusto processo prevede che ci sia una parità tra accusa e difesa. Un giudice terzo, imparziale. Io credo che sia assolutamente necessario per poter far bene, perché i pubblici ministeri facciano bene il loro lavoro, cioè la ricerca della verità non devono difendere la polizia ma devono avere quella cultura della giurisdizione che è unitaria".

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