“Sesso, droga e lavorare”: il percorso (a ostacoli) narrato da Lo Stato Sociale
di Giulia Cassini
Il nuovo libro edito da Il Saggiatore sull’imprevedibilità della vita
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Parte tutto da un due: che sia la potenza di una formula sbagliata perché imparata pedissequamente a memoria (e che costa l’anno scolastico) oppure il timore più prosaico di un due di picche, nasce da qui. “Anche dal fatto che le cose si fanno sempre in relazione, in due o più” ha osservato Lo Stato Sociale, per un giorno al Book Pride presso Palazzo Ducale. In realtà si potevano definire gli “Stato-Otago”, visto che hanno integrato l’evento con alcuni degli amici genovesi degli Ex-Otago.
Un vero e proprio show davanti a un pubblico divertito nella serata del 19 ottobre, che ha coinvolto i presenti tra confessioni e risate, scritte surreali ed estemporanee sullo sfondo e un crescendo di ironia. Il tema? La prima volta...tra sesso, droga e lavoro, ma anche lo studio e i piccoli grandi scogli di sempre, come la scottatura che resta marchiata a fuoco nella vita di tutti, cioè la maturità. Del resto il loro ultimo libro “Sesso, droga e lavorare” edito da Il Saggiatore, è scritto con un linguaggio attuale, è divertente, ma fa riflettere sul “Diventare grandi”, ammesso che abbia un senso farlo.
E’ un vero e proprio romanzo di formazione, dove ognuno dei cinque (Lodo Guenzi, Alberto ‘Albi’ Cazzola, Alberto ‘Bebo’ Guidetti, Francesco ‘Checco’ Draicchio, Enrico ‘Carota’ Roberto) ci ha messo del suo. Non è autobiografico, ma in esso confluiscono le esperienze di ciascuno di loro. Si tratta della terza opera del gruppo che ha già scritto un romanzo e una graphic novel e ha ormai creato un legame di aspettativa con i lettori, anche disgiuntamente dalle preferenze musicali.
Piace l’inventiva, la pennellatura dei personaggi e il percorso tra i punti che, almeno in parte, accomunano i più: la scuola, il lavoro, la famiglia, ma anche le sbronze, le parole di troppo, la propensione a cacciarsi nei guai. Qui sono 25 anni di vita di Arturo Fonsi dalla bocciatura in quarta superiore alla prole, ma potrebbe essere il percorso di ciascuno, millennial o meno.
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