Suicidio assistito, confermata in appello l'assoluzione di Marco Cappato e Mina Welby
di Marco Innocenti
Cappato: "Ci sono voluti 4 anni e 9 udienze per colpa di un parlamento che non decide: raccoglieremo le firme per presentare il referendum sull'eutanasia"
La Corte d'Assise d'Appello di Genova ha confermato la sentenza di primo grado e ha assolto Marco Cappato e Mina Welby dall'accusa di assistenza al suicidio di Davide Trentini, il 53enne che nel 2017 decise di porre fine alle proprie sofferenze recandosi in una clinica privata in Svizzera, dopo 30 anni di lotta contro la sclerosi multipla.
"Con la conferma di questa assoluzione - ha commentato Marco Cappato dopo la sentenza - si stabilisce un precedente importante: non è necessario essere attaccati a una macchina per essere aiutati a morire, se si è anche dipendenti da un trattamento di sostegno vitale. Il problema è che ci sono voluti 4 anni e 9 udienze per arrivare qui. E' evidente che persone in condizioni di malattia terminale non possono affrontare un iter così lungo. Ma perché tutti questi anni e queste sofferenze? Perché il parlamento italiano si sta rifiutando di assumersi le proprie responsabilità nonostante due richiami della Corte Costituzionale. Ecco perché noi abbiamo già deciso di dare la parola ai cittadini raccogliendo le firme per presentare un referendum sull'eutanasia. Saranno loro a decidere tra l'eutanasia clandestina all'italiana che c'è e l'eutanasia legale che garantisce la certezza dei diritti per i malati terminali".
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