Il Teatro Nazionale di Genova torna "live" tra Drammaturgia Contemporanea e progetti all’aperto
di Giulia Cassini
Davide Livermore: "La cultura stacca più biglietti della serie A, infatti si generano 285 miliardi"
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Dopo il lockdown e le diverse attività online, a oltre 100 giorni dall’ultima apertura di sipario, il Teatro Nazionale di Genova ha annunciato importanti novità sotto lo slogan “Lo spettacolo più bello sarà ritrovarci”. Ben più di un hashtag a partire dalla collaborazione con la Fondazione Palazzo Ducale per il ciclo “Homo Ridens”, reading “seriamente comici” con curatela di Giorgio Gallione e Luca Bizzarri (25 giugno – 29 luglio) e con il Teatro Carlo Felice per il programma “Tir- Teatro in rivoluzione” ( il calendario verrà inaugurato dal 29 luglio), ma anche per il ciclo di appuntamenti solo in apparenza più tradizionale: la “Rassegna di Drammaturgia Contemporanea” curata da Giorgio Gallione e da Andrea Porcheddu.
Quest’ultima si articolerà in due parti: la più imminente dal 1 al 25 luglio e poi un ciclo di eventi in autunno. “Avevamo una gran voglia di proporla nei tempi corretti e dentro ai teatri – dice il regista Giorgio Gallione- con tutti i protocolli del caso. Dei vari spettacoli che avevamo selezionato a suo tempo ne possiamo mettere in scena tre, non solo nel modo corretto, ma valorizzandone la qualità artistica. Ci saranno anche delle soprese perché i limiti devono diventare opportunità e ne sono particolarmente orgoglioso”.
Si parte dal 1° luglio al Teatro Gustavo Modena con “Fly Me to the Moon” (repliche sino a sabato 11 luglio ) su regia di Carlo Sciaccaluga e protagoniste Alice Arcuri ed Eva Cambiale, poi la pièce “Io amo la morte, come voi amate la vita” diretta da Barbara Alesse con Alessio Zirulia e Lorenzo Satta alla Sala Mercato dall’8 al 18 luglio ed infine “Per le parti di lei che sono mie” dal 15 al 25 luglio presso il Teatro della Corte su regia di Mercedes Martini e interpretato da Federica Granata, Lisa Lendaro e Lucia Fontanelli.
“Il mondo del teatro – spiega Alessandro Giglio, presidente del Teatro Nazionale- è una tra le poche cose che non si può trasportare a casa su uno schermo, è forse l’unica che dà uno scopo significativo per far uscire le persone, cioè quello di condividere emozioni attraverso la convivenza simultanea nello stesso luogo, in uno scambio bidirezionale costante”.
La strategia è quella di premiare da un lato la continuità con Angelo Pastore che aveva fatto un ottimo lavoro, ma anche quella di innovare perché “l’usato sicuro” in momento di cambiamento non è la soluzione: “Abbiamo voluto capire quale poteva essere la giusta direzione – dice Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale- Se mi chiedete di luoghi e modi non convenzionali di fare teatro posso citare il progetto TIR- Teatro in Rivoluzione, una chiamata alle arti degli artisti del territorio per offrire la bellezza nelle piazze di Genova e della Liguria, mentre a fine settembre inaugureremo la nuova stagione”. Poi sulle priorità dell’Italia ricorda, in paragone con i numeri della serie A, i 285 miliardi generati dall'indotto del sistema produttivo culturale e creativo, che supera dunque la popolare fede calcistica (che si attesta a 5,720 miliardi).
Infine, tornando alla programmazione, nelle svariate partnership attivate, evidenzia la vicinanza di Comune, Regione, del MIBACT, degli sponsor, e poi la collaborazione con il Teatro Carlo Felice per l’opera “Bastiano e Bastiana” di Mozart diretta proprio dallo stesso Livermore, che incomincerà il 29 luglio. Un programma del Teatro Nazionale di Genova che fa dunque sinergia con le varie istituzioni, coinvolge anche i giovani e arriva direttamente nei comuni che lo vorranno con la lirica che si unisce alla prosa, andando così a colmare il gap dei luoghi che avranno più difficoltà (per questioni di spazio o di risorse) nel garantire quel servizio pubblico fondamentale che è la cultura.
Fondamentale ricominciare e lo aveva già intuito Palazzo Ducale, "Quando abbiamo aperto a metà maggio -chiosa Luca Bizzarri presidente della Fondazione Palazzo Ducale di Genova- ero scettico, invece la mostra di Bansky nei primi giorni contava circa 400 persone pro die e ora con le iconiche ninfee facciamo sempre il pieno". Informazioni qui.
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