"Ti Odio", un thriller da brivido per Mirko Mignone
di Giulia Cassini
Il libro fresco di uscita per Echos Edizioni dello scrittore genovese tra le "novità" consigliate nelle librerie
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Per il lettore che voglia concedersi il lusso del brivido autentico, sconfinando dal neo-pulp al mistero, è uscito l’ultimo volume dello scrittore genovese Mirko Mignone per “il Giallo e il Nero” di Echos Edizioni intitolato “Ti Odio”. L’immersione nel thriller è pressoché totale fin dalle prime pagine in cui si alterna una scrittura aulica ed enigmatica in corsivo (dall'incipit “L’odio è la mia forza. L’odio mi dà energia. L’odio mi fa vivere. Lo ripeto come un mantra, ogni volta che sorge il Sole. E’ la mia orazione per cominciare la giornata”) ad una prosaica quotidianità che finalmente tiene conto di tutte le ultime tecnologie, a differenza di tanti autori arrestatisi per comodità agli anni passati o che viaggiano su un terreno poco convincente.
Qui, nelle nebbie del sonno, persino il risveglio di Fabiano -occhi verdi, pelle dall’abbronzatura artefatta e taglio moderno- avviene tramite la litania “Svegliati caro, è ora di alzarsi”, scovata su un sito gratuito in internet, mentre i luoghi sono quelli che tutti conosciamo: il centro di Genova, San Fruttuoso, Quinto, Sestri Levante, la Fiumara… Anche la musica dà un sapore reale: quante volte vi capita di sentire letteralmente i vostri beniamini metal dalle pagine di un libro? Poche, pochissime. In “Ti Odio” succede: da “Master of Puppers” dei Metallica a “No Respect” dei Vain.
Scrittura brillante e scorrevole a parte, poche edulcorazioni e tanto brio, è la trama la vera incantatrice. Si parte da due semplici parole, se vogliamo dal semplice verbo odiare, per sprofondare in un terrore puro che riecheggia per alcuni versi al sapore orrorifico di diverse pagine del grande maestro Dario Argento, in quella rincorsa estrema della morte che si assaporava ad esempio tra le scene di “Profondo Rosso”. Lo rivela già la copertina con al centro un barattolo di vernice traboccante, un rosso liquido ed agghiacciante alleggerito (solo alla prima impressione come nei migliori thriller) da un pennello semplicemente appoggiato al diametro. Il disegno è originale ed appositamente creato dalla pittrice Cristina Ozenda: “E’ iniziato tutto nei primi giorni del lockdown quando l’autore mi ha contattata. Non è stata una soluzione immediata, dopo vari tentativi mi ha lasciato carta bianca. Ci siamo confrontati poi sempre con messaggi, vocali, WhatsApp per condividere i vari step. Nell’immagine la presenza del sangue impera con una buona dose di inquietudine; in particolare mi piaceva l’idea del pennello intinto nel liquido ematico perché prevede un’azione umana”.
Già questo fermo immagine in un’occhiata funge da prefazione, si aggiunga poi un messaggio lapidario recapitato in una cassetta della posta e i primi ingredienti ci sono tutti per fare i conti con una minaccia che sarà sempre meno comprensibile e altrettanto invasivamente pertinace. Riuscirà Fabiano a trovarsi faccia a faccia con chi ha trasformato la sua tranquilla esistenza in un incubo? “ Il libro è nato in una notte insonne su un’isola greca – rivela Mirko Mignone dagli scaffali de la Feltrinelli in via Ceccardi- mentre la chiamata di conferma per la pubblicazione della casa editrice è arrivata a ridosso del lockdown. Nelle librerie è appena uscito”. Su possibili ispirazioni in senso lato aggiunge: “Amo molto la letteratura italiana, traggo linfa dallo stile noir di Gianluca Morozzi , da quelle storie di vita comune ambientate nella sua città... Ad ogni modo sono vicende che potrebbero capitare a chiunque”.
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