Toti ai pm: Aponte non versava più nulla, ma le sue richieste più considerate di quelle di Spinelli
di Redazione
Nella memoria del presidente ai domiciliari un concetto chiave sul porto: ascoltavo chi mi finanziava e chi non lo faceva più
Nelle 17 pagine di memoria difensiva presentate ai magistrati da Giovanni Toti durante l'interrogatorio di oggi, il presidente di Regione Liguria ai domiciliari dall'8 maggio ha citato più volte l'imprenditore Gianluigi Aponte. Si legge nelle carte: "Alla luce di questo, la mia attività, e quella dei miei collaboratori, fu improntata alla sola opera di supervisione, mediazione e sollecitazione della attività in corso, per le quali i tempi di approvazione e realizzazione non erano fattore irrilevante. Senza parzialità, come si evince dalle alternative rimostranze e felicitazioni delle parti in causa verso l’attività stessa; questa appare dunque chiaramente priva di favoritismi, e senza alcuna connessione con i versamenti fatti (Aponte negli ultimi anni non ha versato nulla eppure molte delle sue richieste vengono tenute in conto anche maggiormente di quelle di Spinelli) e senza alcuna pressione esercitata anche solo a mero titolo di influenza politica come ammesso dallo stesso Commissario La Mattina".
E ancora: "Allo stesso modo, Carozzi (NdR componente comitato portuale di nomina del Comune di Genova), appare influenzato degli interessi e dalla posizione del Gruppo Aponte con il quale, per il tramite del dott. Lavarello, vi è un fitto scambio di informazioni e il costante allineamento delle strategie In particolare attraverso i dialoghi si apprende la fattiva collaborazione del Carozzi affinché Msc presenti addirittura una istanza concorrente per contrastare quella di Spinelli. Abbandonata questa ipotesi, Carozzi concorda con il dott. Lavarello stesso la clausola di garanzia che consentirà di trovare poi l’accordo all’interno del comitato portuale e allo stesso promette di inviare in anticipo la delibera che sarà portata in Comitato. In cambio il dott. Lavarello, nelle stesse conversazioni, lascia comprendere chiaramente la gratitudine del gruppo di Ginevra per il lavoro di interdizione svolto, tanto che la conversazione si chiude con la promessa di parlare di … “altro” davanti ad un caffè a quattrocchi e Carozzi rincara dicendo di aspettarsi almeno una “bottiglia di champagne”.
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