Valbisagno in rivolta: "Il Comune blocca la nuova strada in sponda destra"
di Fabio Canessa
2 min, 10 sec
Con l'operazione Valletta Cambiaso ceduta ad Eni l'area del distributore. Piciocchi: "Il progetto non esiste"
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La sala rossa di Tursi dà il via libera all’operazione Valletta Cambiaso, anticipata venerdì scorso da Telenord, ma a pagarne le spese sarà la Valbisagno. C’è aria di rivolta a Molassana perché l’accordo con Eni toglierà al Comune un’area cruciale per il futuro prolungamento della nuova strada di sponda destra oltre ponte Fleming, in teoria utile al traffico privato ma anche al futuro asse protetto di trasporto pubblico.
La multinazionale, infatti, rinuncerà alla concessione su Albaro e un’area abbandonata in Carignano, ma in cambio acquisterà due terreni adibiti a distributori di benzina, uno sul Polcevera e uno sul Bisagno.
“Questa delibera rischia di precludere la realizzazione di un asse viario protetto in una zona ad alta densità di traffico come Molassana”, spiega Roberto D’Avolio, presidente del Municipio Bassa Valbisagno, che lamenta di non essere stato coinvolto.
“Nel progetto Por – prosegue – si era ipotizzato di proseguire con la nuova strada di sponda fino a Struppa. La certezza di avere accesso a quelle aree del demanio idrico doveva essere messa nero su bianco. Nella delibera si menziona l’interesse pubblico, ma non si tiene conto degli svantaggi che porta a noi”.
Alla fine la delibera è passata in Consiglio comunale coi 23 sì della maggioranza e i 17 no delle opposizioni. Inutili i tentativi di Pd e Lista Crivello che hanno cercato di far inserire una clausola per ottenere da Eni la disponibilità delle aree in caso di nuovi lavori stradali. Il M5s voleva far rinviare la discussione, ma anche questa richiesta è stata respinta.
“Questa strada non è mai stata progettata, è un’idea di molti anni fa – contrattacca l’assessore Pietro Piciocchi – quindi bloccare una delibera in ragione di un progetto mirabolante mi sembra abnorme. Se si riterrà utile un miglioramento della viabilità valuteremo una procedura interesse pubblico per espropriare il terreno”.
“Il Comune in questo modo mette una pietra su una prospettiva che andava avanti da più di 20 anni e che rappresentava il proseguimento di ciò che è già stato realizzato a Molassana con fondi pubblici”, commenta il consigliere Claudio Villa (Pd).
“Il Por era già stato progettato pensando di proseguire verso Struppa in attesa di risorse. Anche il metodo è da biasimare, io ho l’impressione che non si siano neanche parlati in giunta, altrimenti credo che qualche perplessità si sarebbe sollevata”, aggiunge Gianni Crivello.
“Questa chiusura dimostra che quando ci sono interessi personali la giunta va dritta verso il suo obiettivo. Abbiamo chiesto di aspettare un attimo, non c’era nessuna urgenza di fare questa operazione immobiliare. Faremo i dovuti approfondimenti”, annuncia Stefano Giordano (M5s).
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