Vazio : “La Liguria è in testa per le morti da coronavirus, ma in coda per i tamponi”
di Antonella Ginocchio
A Fuori Rotta, in onda questa sera, le “morti sommerse” nelle case di riposo
La puntata di Fuori Rotta, in onda questa sera alle 21, si occupa, tra le altre cose, delle “morti sommerse” nella case di riposo liguri, dove il coronavirus ha ucciso un gran numero di anziani, ancora non delimitato e che forse non lo sarà mai.
A tal proposito Carla Mastrantonio, della segreteria regionale della Cgil Pensionati ribadisce che i sindacati hanno avanzato una richiesta di incontro all’assessore Viale e al presidente Toti, per cercare di fare chiarezza sul decesso di tanti anziani e, soprattutto, per sollecitare controlli ed interventi.
“Già dai primi di marzo si sapeva attraverso i lavoratori delle Rsa che c’erano i primi contagi –dice la sindacalista - Tutto questo è legato al fatto che tanti ospiti delle case di riposo quando vengono mandati in ospedale, per controlli o per patologie, vengono poi contagiati dal coronavirus. A noi risulta proprio che la maggior parte dei contagi siano arrivati da pazienti tornati da ospedali”.
Mastrantonio aggiunge “Abbiamo chiesto fin dall’inizio dell’emergenza che ci fossero strutture dedicate ai malati di coronavirus, per far sì che le persone in ospedale non venissero contagiate”
Prosegue: “In Liguria si è completamente dimenticato il territorio. In questa regione le strutture di eccellenza sono state smantellate con l’epidemia e dopo 32 giorni di emergenza la giunta Toti ha deciso di fare le task force sul territorio. I medici di medicina generale sono stati lasciati da soli. Abbiamo le testimonianze: non potevano prescrivere i farmaci innovativi”.
Le sue dichiarazioni vengono contestate da Claudio Muzio, consigliere regionale di Forza Italia: “Il mondo delle Rsa è un mondo di fragilità. In Italia su circa 16mila deceduti, 4mila sono mancati nelle case di riposo e nelle Rsa. Di certo ha contribuito la mancanza nelle prime fasi dei dispositivi di protezione individuale, favorendo il contagio. Abbiamo assistito a uno tsunami, ad una situazione imprevedibile. - dice - Il 23 febbraio la Regione ha chiesto alla protezione civile mascherine e dispositivi. La protezione civile, sulla quale dovremmo interrogarci sul perché è stata depotenziata, non è stata in grado di fornire questi materiali”.
Sulla medesima posizione Lilli Lauro, consigliere regionale del Gruppo Giovanni Toti: “Quanto avvenuto è un problema di tutte le regioni legato all’età, alla fragilità. Non sappiamo se il contagio è arrivato tramite l’ospedale o tramite qualche operatore esposto purtroppo al contagio. Il grosso problema è che sono mancati all’inizio i dispositivi di protezione per i nostri medici. Da chi dipende questa responsabilità? Logico, dipende da Roma”. Lauro Tocca quindi la questione tamponi: “Noi abbiamo abilitato 4 laboratori di eccellenza sul territorio come da indicazione del ministro Speranza. Non è vero che i medici sono stati abbandonati. Abbiamo i dati”.
Ma l’onorevole del Pd, Franco Vazio, contesta con fermezza le dichiarazioni di Lauro: “In Italia sussiste una competenza esclusiva e specifica delle Regioni in materia sanitaria. Quindi le Regioni hanno competenza per decidere, ordinare, comprare, spendere. - ribadisce - Lo Stato è intervenuto a supporto delle Regioni, a fronte di una pandemia di tutto il mondo che sopravanzava ed era straordinariamente più grande dell'intervento delle singole Regioni. Grazie a Dio esiste ancora un sistema sanitario pubblico, perché se avessimo il modello della sanità privata ci troveremmo in una situazione disperata”. Il parlamentare quindi incalza: “Il problema non è quel che non è stato fatto a gennaio, ma ciò che si sarebbe dovuto fare a marzo. Sarebbe stato auspicabile o no che almeno a medici, paramedici, infermieri, OSS delle strutture per anziani si fossero fatti tamponi o accertamenti così come sono stati fatti in altre regioni?Ai primi di aprile in Liguria noi non sappiamo ancora se gli anziani nelle strutture siano o meno malati di coronavirus. Ottocento morti nelle residenze per anziani, di cui una parte significativa dovuto a covid, è un numero allarmante. Perché infermieri, paramedici e medici stanno affrontando la situazione senza nemmeno le protezioni individuali”. Vazio conlcude: “Siamo in una regione in cui siamo in coda ai tamponi e in testa alle morti”.
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