Vialli, l'aneddoto di Collina: "Quella volta che 'consolò' Torrente per un'espulsione..."
di Lorenzo Aluigi
Le testimonianze dei protagonisti durante la serata del Carlo Felice: aneddoti, ricordi e siparietti che rimarranno nel cuore di tutti
"In un Juventus-Genoa ricordo che fu trattato per tutta la partita con durezza da Torrente, il quale fu espulso per un duro intervento a metà campo. La panchina insorse, Gianluca fu l'unico a mantenere un distacco tale da comportarsi in maniera rispettosa e onesta". Lo ha ricordato l'ex arbitro Pierluigi Collina durante "My name is Luca, una ballata per Vialli". Uno spettacolo che ha riempito in ogni ordine di posto il Teatro Carlo Felice di Genova, quasi 4 ore di partecipata presenza a quella che voleva essere una festa per l'indimenticato ex numero 9 blucerchiato, e così è stata. Aneddoti, ricordi, siparietti, a testimonianza del fatto che Gianluca Vialli fosse una persona così tanto ironica da mettere chiunque a proprio agio durante la conversazione. Ma anche carisma, mentalità, leadership, professionalità: tutto questo era Vialli, che da lassù si sarà sicuramente gustato lo spettacolo della "sua gente", sorridendo come solo lui sapeva fare.
La serata è cominciata con i video collegamenti di Roberto Mancini e Pep Guardiola. Quest'ultimo aveva conosciuto Vialli da avversario, soprattutto durante la finale di Coppa dei Campioni a Wembley nel '92 tra Sampdoria e Barcellona. "Quando eravamo giovani ci siamo trovati in finale in Coppa dei Campioni - ricorda il tecnico del Manchester City - È andata meglio a me (ride, ndr). Poi ci siamo ritrovati giocando a golf con la fondazione Vialli-Mauro. Ci siamo conosciuti meglio, sono stati bei momenti quelli vissuti con lui. Io ho detto tante volte che amo questo paese, a Brescia mi sono trovato come a casa. L'Italia ha una grandissima cultura calcistica, così come la Spagna".
Secondo step dedicato ai ricordi di Pierluigi Collina, che ha arbitrato in tantissime occasioni il numero 9 di Samp e Juventus. "Ricordo quando in una delle mie prime partite fischiai un rigore per la Samp - le parole dell'ex fischietto - Mancini lo sbagliò e a fine partita Boskov disse 'Vialli non l'ha tirato perché è troppo buono'. Ammonito 14 volte, un giocatore correttissimo in campo, arbitrarlo era un piacere. Un giocatore con una grandissima personalità. Boskov diceva 'Grande campione è colui che vede autostrade dove altri vedono sentieri': ecco, lui di autostrade ne ha viste tantissime".
E poi la passerella di tutti quei giocatori della Sampdoria che furono i protagonisti dello storico Scudetto nel '91.
Pietro Vierchwood: "Oltre a essere un grandissimo calciatore, Gianluca era un sontuoso mediatore. Solo lui è riuscito a far andare d'accordo nello spogliatoio me, Mancini e altri. Impresa tutt'altro che facile."
Marco Lanna: "Io ero un ragazzino, parlavo molto meno rispetto ai miei compagni. Luca conosceva la Sampdoria meglio di chiunque altro: io gli ho sempre chiesto consigli e gli ho sempre detto che quando avrebbe voluto gli avrei lasciato la poltrona. La voglia di ripetere la nostra Sampdoria era grandissima, sarebbe stato bello riprovarci".
Luca Pellegrini: "Siamo diventati uomini in quegli anni, merito del nostro spirito d'unità".
Gianluca Pagliuca: "In allenamento lo detestavi, perché appena lo toccavi si buttava subito a terra. Oltre a essere fortissimo era anche molto bravo a procurarsi i rigori".
Moreno Mannini: "Abbiamo vissuto 8 anni fantastici, siamo arrivati alla vittoria grazie ai nostri tifosi che ci hanno sempre seguito".
Giuseppe Dossena: "Il vero fuoriclasse era Paolo Mantovani. Fu l'ultimo a provare a dare un freno alle cessioni dei campioni, era un signore sotto ogni punto di vista. La nostra era una squadra straripante di talento, c'era il pensiero che prima o poi qualcuno potesse partire".
Fausto Pari: "Io, Luca e Pietro andavamo a villa Sant'Ilario in qualità di commissione premi. Il presidente è sempre stato molto generoso, andavamo via sempre contenti".
Il periodo juventino rappresentò un'ulteriore pagina nella vita di Gianluca Vialli. Dopo gli anni d'oro blucerchiati, a Torino sponda bianconera riuscì nel '96 ad agguantare quella coppa dalle grandi orecchie sfuggita quattro anni prima con la Samp.
Gianluca Pessotto: "Tante cose che avevo sentito sulla Samp le ho rivissute nella Juventus. Luca si calava perfettamente nella realtà del vincente, perdere una partitina in allenamento non era tollerabile per lui. Nello spogliatoio c'era tutto Vialli: quello che ti faceva ridere e quello che ti spronava a dare tutto. Luca era un trascinatore, era impossibile non spingere con un capitano del genere".
Ciro Ferrara: "Quando andavamo a casa sua ci accoglieva in mutande e con le scarpe da ginnastica. Ci eravamo conosciuti da giovani, in Nazionale Militare. Nel momento in cui si seppe che sarei andato via da Napoli lui mi ha tempestato di chiamate per convincermi a venire alla Juve. Uno dei ricordi più belli che tutt'oggi mi fa sorridere è questo: lui si divertiva a scrivere delle poesie in rima baciata e per il mio compleanno me ne dedicava sempre una. Ho un foglietto scritto da lui con tutte le sue personali composizioni per me: lo custodisco molto gelosamente".
Spazio poi agli ex campioni della Nazionale, a partire da colui che lo ha succeduto in qualità di capo delegazione in Azzurro: Gianluigi Buffon. "Forse il fatto di voler vincere a tutti i costi la Champions ha accomunato me e Gianluca: la differenza è che lui alla fine ci è riuscito (ride, ndr). L'ossessione della Champions ti permette di iniziare ogni stagione con uno stimolo incredibile. Ho sempre pensato che se l'avessi vinta da giovane magari non avrei poi fatto la carriera che poi ho portato avanti, proprio per una questione di stimoli. La verità è che è bello vincere e quando di fianco hai persone speciali. Questa Sampdoria ha vinto perché aveva qualcosa di unico, a partire dal presidente, passando per giocatori, fino ai tifosi. Questa sera ho provato un po' di invidia per non aver vissuto quello che i giocatori della Samp, con la loro vittoria e il loro spirito, hanno invece sentito sulla propria pelle".
Il capitano degli eroi del 2021, Giorgio Chiellini, si è collegato in video: "È stato un privilegio vivere Gianluca Vialli in Nazionale. Lui e Mancini si integravano alla perfezione. Ci ha dato il senso di appartenenza alla maglia azzurra e all'Italia, ma sapeva anche sdrammatizzare. Sapeva coinvolgerti e ti faceva suscitare amore e passione".
Per finire, i messaggi di Fedez (colpito anche lui da un tumore al pancreas) e della figlia Sofia. Il rapper ha portato sul palco la sua storia, riconoscendo in Gianluca Vialli l'unica persona capace di dargli forza in un momento difficilissimo. L'amata figlia, presente assieme alla mamma Cathry e alla sorella Olivia, ha letto in un ottimo italiano un simpatico virgolettato del padre mentre era ricoverato in ospedale a Londra, con le infermiere che avevano scherzato sulla somiglianza di Gianluca con l'attore Bruce Willis. Al termine della testimonianza il Carlo Felice si è alzato in piedi e ha dedicato un lungo applauso a Sofia (video in copertina): la degna conclusione di una serata commovente, festosa e coinvolgente, proprio come avrebbe voluto Gianluca Vialli.
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