Violenza in carcere, detenuto di Marassi dà fuoco a una coperta e aggredisce quattro poliziotti
di Filippo Serio
Prognosi di tre giorni per i 4 agenti. Uilpa: "Sul sovraffollamento serve un concreto cambio di passo, è già troppo tardi.

Ancora violenza nelle carceri della Liguria: nella giornata di ieri, sabato 19 aprile, un detenuto di origini maghrebine ha aggredito 4 poliziotti in servizio nel penitenziario di Marassi. L'uomo è andato in escandescenze nonostante sia sottoposto a dialisi per problemi di salute, arrivando addirittura a dare fuoco ad una delle coperte del locale docce. Prognosi di tre giorni per i 4 agenti.
A darne notizia è il sindacato UilPa Polizia Penitenziaria, tramite le parole del segretario regionale Fabio Pagani: "Mentre il mondo cristiano celebra la Resurrezione, le carceri, presso cui Papa Francesco si è recato nuovamente giovedì scorso, continuano a sprofondare negli inferi e con esse detenuti e operatori, in primis quelli del Corpo di polizia penitenziaria a cui poco interessa delle chiacchiere e dei distintivi partoriti a giorni alterni e chiederebbero solo che venissero riconosciuti i loro diritti, almeno quelli fondamentali."
Numeri - Secondo il segretario, "Più di 16mila reclusi oltre i posti disponibili, 18mila agenti mancanti al fabbisogno della Polizia penitenziaria, celle anguste e fatiscenti, luoghi di lavoro insalubri e pericolosi, turni e carichi di lavoro massacranti, traffici illeciti, violenze di ogni genere e aggressioni, 3.500 quelle subite dalle donne e dagli uomini con il basco azzurro nel 2024, questa la tragica realtà. E, paradossalmente, il (presunto) potenziamento di bulimici apparati centrali, presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, e circoscrizionali, presso i Provveditorati regionali e interregionali, continua a indebolire e sfaldare le sedi carcerarie, sempre più sofferenti e disgregate”
Richiesta - Conclude Pagani: “Serve un concreto cambio di passo, è già troppo tardi. Urge deflazionare la densità detentiva, (più di 700 detenuti a Marassi) potenziare compiutamente gli organici periferici della Polizia penitenziaria, garantire l’assistenza sanitaria e avviare
riforme di sistema. Magari non avremo l’amore, ma almeno si metta fine alla
guerra”
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