ArcelorMittal, Patuanelli: "Chiederemo il rispetto degli accordi"
di Redazione
Il ministro incontra i sindacati: "Garantiremo la continuità produttiva"
Sulle tutele legali relative all'attuazione di una norma, come il Piano ambientale, "nel caso vi fossero dubbi interpretativi si possono fare ragionamenti complessivi, che non riguardano per forza solo Taranto". Così il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al termine del tavolo su ArcelorMittal. "Una norma specifica mi sembra evidente che non abbia una tenuta parlamentare", mentre una norma di ampio respiro potrà essere presa in considerazione se necessario. Non esiste un'idea di piano industriale del Paese senza la siderurgia. Noi siamo intenzionati a garantire la continuità produttiva, chiederemo all'azienda di rispettare il piano industriale e ambientale".
"Assieme a me c'era il ministro Provenzano che ringrazio, abbiamo dato un segnale di compattezza del governo su questo fronte. Da nessuna parte è previsto un disimpegno del governo sul settore". Così il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al termine del tavolo al Mise su Arcelor Mittal. La siderurgia è "fondamentale per Taranto e tutto il Paese, non possiamo abbandonare la produzione di acciaio", ha detto.
"Non vedo nessun legame tra lo scudo e l'ambiente: esiste un Piano ambientale e riteniamo che ci siano tutte le condizioni per proseguire, a prescindere da quello che è successo al Senato ed eventualmente succederà alla Camera". Lo afferma il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al termine del tavolo su Arcelor Mittal. "Siano convinti che non ci sia un'incidenza diretta tra il decreto imprese e la situazione industriale a Taranto", spiega. "E' molto probabile che convocheremo un tavolo con tutte le parti nella seconda settimana di novembre".
"Mi auguro non ci sia polemica politica alcuna rispetto all'idea di sviluppo industriale che abbiamo come governo", dice Patuanelli, spiegando che "l'ambiente è visto come elemento di traino". Su questo, spiega, "non vedo difficoltà interna al movimento e alle forze politiche del governo. L'azienda non ha posto il problema" dell'immunità penale "nelle diverse volte in cui ci sono stati incontri. Si è parlato delle difficoltà del ciclo produttivo, industriale legate, a detta dell'azienda, a contingenze di mercato. C'è in effetti un rallentamento e i dazi non aiutano".
"I due ministri si sono impegnati a garantire la continuita` produttiva del sito". Lo afferma il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, al termine del tavolo su Arcelor Mittal al Mise con il titolare dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano. Nel corso del tavolo, spiega Bentivogli, è emerso che "l'ad Morselli martedi` sera ha incontrato il ministro Patuanelli e si e` limitata a rappresentare le criticita` relative alla soppressione dello scudo penale e la situazione finanziaria per cui l'ex Ilva perde 2 milioni di euro al giorno". Bentivogli ha ribadito come "appellarsi all'articolo 51 del codice penale non ha impedito di indagare su figure come il commissario Ferrante fino a impiegati di settimo livello. Su questo versante il ministro Patuanelli ci ha rassicurato - afferma il sindacalista - che il Governo prendera` 'tutti i provvedimenti necessari a garantire la continuita` produttiva'". Dopo di che, prosegue Bentivogli, "abbiamo chiesto se le parole del sottosegretario Turco rappresentassero la posizione del Governo. Parole, secondo il ministro, smentite dalla posizione del Consiglio dei ministri".
"Il ministro Patuanelli ci ha confermato l'impegno del governo nel far rispettare ad Arcelor Mittal l'accordo del 6 settembre 2018 e il piano per il risanamento ambientale. Siamo però insoddisfatti per quanto riguarda la soppressione delle tutele legali perché non c'è stata una reale presa in carico da parte dell'esecutivo nel risolvere la questione, e poter dare rassicurazioni ai lavoratori su cosa accadrà dopo il 3 novembre". Così il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, dopo incontro al Mise per la situazione ex Ilva. "L'accordo di settembre 2018 non si tocca, non esistono piani alternativi, non esistono cordate pronte a rilevare gli stabilimenti ex Ilva e, al momento, non ci sono richieste di esuberi da parte dell'azienda" spiega Palombella. "Abbiamo ribadito l'inadempienza da parte di ArcelorMittal - prosegue - riguardo al rispetto del piano industriale, con il calo della produzione, la messa in cassa integrazione di circa 1400 lavoratori fino a fine anno, l'incertezza sul ritorno a lavoro dei 1700 che si trovano in Amministrazione straordinaria e i licenziamenti nel sistema degli appalti". A conclusione del tavolo quindi "esprimiamo un cauto giudizio sulla volontà da parte del Governo di impegnarsi sulla continuità produttiva dell'ex Ilva augurandoci che terminino le ricostruzioni fantasiose sul futuro della più grande acciaieria d'Europa".
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