Arresto Messina Denaro, Roberto Centi: "La mafia è un problema nazionale: al Nord il 33% di immobili sequestrati"
di Riccardo Testa
Per il consigliere regionale, Messina Denaro segna il passaggio da una malavita stragista a una affarista
L'arresto del "Capo dei Capi", avvenuto ieri a Palermo, assesta indubbiamente un colpo critico alla malavita organizzata in tutto il Paese. Nonostante questo ed altri successi, la mafia non cessa di esistere, piuttosto cambia forma: dalle spoglie di quella spudorata e sanguinaria del passato ne affiora una subdola, dalle parvenze legittime, sempre più diffusa e potente. E ubiqua: anche se Cosa Nostra e le altri grandi organizzazioni affondano le radici nel profondo sud dell'Italia, i dati indicano che almeno un terzo dei beni sequestrati alla mafia si trova nel Nord. Questo ha spiegato a Telenord Roberto Centi, presidente della Commissione antimafia e consigliere regionale per la Liguria.
«Il terzo grande boss è finalmente in carcere, dopo trent'anni - dice Centi - Sia Riina che Provenzano hanno latitato a lungo, e questo accredita dubbi sulle connivenze che ci sono state in tutti questi anni. La Liguria, fatte le dovute proporzioni, è la manifestazione di come la mafia con Messina Denaro sia cambiata: non più quella delle strade, ma quella degli uffici e dei colletti bianchi. La mafia fa i grandi affari laddove non ci sono stragi e omicidi; Messina Denaro segna il passaggio da una mafia stragista a una affarista, che ha bisogno di connivenza negli ambienti della finanza, dell'amministrazione e della politica. L'Italia non è esente da questi meccanismi, in nessuna Regione».
«In Liguria è particolarmente attiva l'Ndrangheta - continua il commissario - In questa Regione, i beni confiscati sono quasi 470. Noi come Commissione antimafia sia l'assessorato se ne sono occupati bene. È stato emanato un bando, è stata finanziata la ristrutturazione di 8 immobili, e per l'anno prossimo abbiamo ottenuto 100mila in più, passando a 600mila euro di intervento regionale. La mafia ha nel Nord Italia un terzo dei beni confiscati: ormai è sfatato il mito della "linea delle palme", al di sopra della quale sembrava che la mafia non esistesse. Oggi sappiamo che non è così».
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