Banca Carige, la corte Ue dà ragione alla famiglia Malacalza contro la Bce
di Redazione
La Banca Centrale Europea aveva negato l'accesso ai documenti alla holding piacentina
La famiglia Malacalza segna un punto importante nella battaglia ormai tutta legale contro il commissariamento di Banca Carige, di cui prima dell'intervento della Banca centrale europea aveva la maggioranza con il 27,7% del capitale. La Corte Ue ha confermato che la Bce non poteva negarle l'accesso ai documenti dell'amministrazione straordinaria del primo gennaio 2019, e ha condannato l'istituto legale al pagamento delle spese. L'atto che la Bce nega agli avvocati dei Malacalza è in realtà già emerso in altri filoni giudiziari della partita, ma la sentenza ha comunque un peso considerando che la famiglia ha chiesto danni per 875 milioni di euro alla stesse Bce, oltre ai 480 milioni di danni chiesti in altra causa a Carige, Ccb e al Fitd. Nel dettaglio la Corte a Lussemburgo ha respinto l'opposizione alla sentenza del 25 giugno 2020 con cui già aveva annullato la decisione di Bce di negare l'accesso alla decisione nel giugno 2019 e ha confermato l'annullamento della decisione. La Corte Ue ha in particolare ritenuto fondati due argomenti del ricorso di Malacalza: l'erronea applicazione della presunzione generale di riservatezza e la violazione dell'obbligo di motivazione relativo al rischio di pregiudizio per gli interessi in gioco.
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