Camorrista evade da Marassi grazie a un permesso premio
di Michele Varì
Quarantenne non rientra in cella dopo 4 giorni con i familiari. Il fine pena 2024
Un camorrista detenuto in carcere per associazione mafiosa in carcere da 16 anni e con fine pena nel 2024 è evaso oggi dal carcere di Marassi grazie ad un permesso premio di quattro giorni che gli ha consentito di incontrare i familiari.
Il recluso, fra l'altro condannato per tentato omicidio, ritenuto affiliato al clan dei Grimaldi di Soccavo (Napoli), ha incontrato i familiati nella Casa Mandela, nel centro di Genova; dopo sarebbe dovuto rientrare in cella entro le 9 del mattino, ma non l'ha fatto. Dopo dodici ore senza sue notizie, alle 21 di stasera, la direzione del carcere di Marassi ha notificato al magistrato di sorveglianza la sua avvenuta evasione.
A denunciare quanto accaduto è Fabio Pagani segretario regionale della Uil Penitenziaria ligure che rimarca quanto sia "ingiusto e pericoloso garantire dei benefici a reclusi condannati per reati gravi come quelli dell'associazione a delinquere di stampo mafioso".
Il recluso evaso era detenuto nella sesta sezione ad alta sicurezza riservata ai detenuti con condanne definitive più pesanti e ritenuti socialmente pericolosi.
Da ottobre la corte costituzionale ha reso possibili i permessi anche per i detenuti in galera per reati associativi, l'evaso però aveva già beneficiato in passato di permessi premio, come permettono le leggi se il recluso è un collaboratore di giustizia o è ritenuto non avere più influenza sul clan di appartenenza. "Così si rende vano il lavoro degli agenti penitenziari e si annulla anche il sacrificio di Borsellino e Falcone" conclude Pagani.
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