Caso Cella: Anna Lucia, il passato che riemerge tra accuse, tensioni familiari e relazioni spezzate
di Emilie Lara Mougenot
Nuove testimonianze raccolte oggi durante il processo per l'omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria uccisa a Chiavari nel maggio del 1996.

Nell’udienza del 15 aprile sono emersi nuovi dettagli sul profilo di Anna Lucia Cecere, figura centrale in un procedimento ancora denso di ombre e interrogativi. A testimoniare sono stati ex compagni, parenti ritrovati e persone che hanno condiviso con lei frammenti di vita, tra conflitti, legami familiari mai del tutto ricuciti e relazioni interrotte. In aula, un piccolo oggetto ha catalizzato l’attenzione: un bottone.
Bottoni e indagini – Il primo teste ascoltato, Stefano Cannara, è un esperto di bottoni, da decenni impegnato nella produzione e nel commercio di questi oggetti. La polizia lo ha sentito nel 2021 per una consulenza tecnica sul bottone ritrovato sotto il corpo di Nada. Cannara ha fornito alla corte una valutazione dettagliata su un bottone sottoposto al suo esame nel 2021. Secondo la sua ricostruzione, si tratta solo della parte centrale in metallo, cui veniva applicata a “clip” una cornice di materiali differenti: finta madreperla, tartaruga sintetica, plastica. “Non era un bottone completo, ma solo un elemento centrale. Mai venduto da solo”, ha precisato. Questo tipo di bottone era diffuso negli anni Ottanta e destinato a capi sportivi unisex. Cannara ha poi descritto il passaggio, nei metodi di fabbricazione, da sistemi a incollaggio a meccanismi di assemblaggio più stabili, rendendo quei bottoni particolarmente riconoscibili. “Non si producevano incollati così dopo un certo punto. È sicuramente un pezzo degli anni ’80”, ha chiarito, specificando che la produzione di elementi simili continua ancora oggi, ma con materiali e tecniche differenti.Trovato in casa di Cecere, Cannara ha ipotizzato che potesse essersi staccato, escludendo che la giacca cui apparteneva ne fosse priva sin dall’origine. Una precisazione utile, dato che la giacca era appartenuta a un suo ex compagno che afferma che quella giacca gliela aveva restituita nel 1995 e senza bottoni.
Amori passati - La seconda voce in aula è quella di Adelmo Roda, ex compagno di Cecere. Descrive un inizio di relazione sereno, poi degenerato in scenate di gelosia e comportamenti ossessivi. Il racconto di Roda ha tracciato un profilo della Cecere impulsiva e gelosa: “All’inizio era mite, poi è diventata molto nervosa, difficile da contraddire. Una volta, per essere uscito con un amico, ho trovato le mie cose fuori casa e scritte sui muri”. Ha ricordato anche un acceso litigio tra Cecere e sua madre: “Fu uno degli episodi peggiori. Volavano parolacce, urlava. Aveva un carattere esplosivo”. Dopo il 1995, Roda ha detto di aver continuato a vedere Cecere saltuariamente, spinto da un desiderio di chiudere il rapporto in modo civile: “Mi dispiaceva che fosse finita male. Le ho fatto qualche regalo anche dopo”. Nel 2021dopo la riapertura del caso, Roda ha raccontato di aver ricevuto una telefonata sospetta, in cui Cecere si era inizialmente presentata come una collega napoletana. Lei avrebbe cercato di ricontattarlo con insistenza, nel tentativo – secondo lui – di riscrivere la cronologia della loro storia. “Mi è sembrato che volesse posticipare la data della fine della relazione al 1996. Forse per far sembrare che fossimo ancora insieme al momento dell’omicidio”, ha spiegato in aula. Tuttavia, ha descritto una comunicazione ossessiva da parte di lei, con messaggi continui per giorni, seguiti poi da un improvviso blocco. “Quando le ho detto chiaramente che ci eravamo lasciati prima del 1996, lei ha detto che suo marito non voleva che mi scrivesse più”.
E Soracco ? - Roda ha confermato di conoscere Marco Soracco, ma solo superficialmente. Tuttavia, ha dichiarato di aver visto Soracco e Anna Lucia parlare e ballare insieme: “Erano conoscenti, li vedevo in discoteca, li ho già visti che parlavano”. Questo passaggio conferma la frequentazione tra i due, già al centro dell’attenzione da parte degli inquirenti. Roda ricorda anche che nei scambi di messagi del 2021, Cecere si era riferita a Soracco con l’epiteto “nano malefico”, una frase tagliente.
Il fratello ritrovato - Il terzo testimone ascoltato è Maurizio Onorati, fratello biologico di Anna Lucia Cecere. Adottato a due anni, ha scoperto le sue origini solo a otto, quando i genitori adottivi gli hanno detto che la sua famiglia d’origine era morta. “Era una bugia. Solo nel 2007 ho saputo di avere dei fratelli. Prima ho conosciuto Loredana, poi Anna Lucia, poi Giovanni”. Un passato difficile, segnato da un padre violento e alcolizzato, che, secondo quanto ricordato, aveva dato fuoco alla casa. Anna Lucia, ha raccontato, è cresciuta in un collegio di suore a Chiavari e ha lasciato la struttura appena compiuti i 18 anni per iniziare a lavorare. “Queste cose me le diceva al telefono, non ci siamo mai conosciuti di persona". Con Anna Lucia, Onorati ha mantenuto contatti a fasi alterne: “A volte ci sentivamo spesso, altre spariva per mesi. Qualche giorno fa le ho scritto per dirle che sarei venuto in tribunale, ma non ho mai ricevuto risposta. Forse nemmeno le è arrivato il messaggio”. Onorati ha saputo che la sorella era indagata solo nel 2021, da un ispettore che lo ha contattato e poi accompagnato a Cassino per parlare con un altro fratello. “Mi ricordo che l’ho anche vista in televisione. Le ho chiesto direttamente se fosse stata lei. Lei ha negato, ma non mi ha mai dato una spiegazione chiara. Io… cercavo di capire da solo se mia sorella potesse davvero essere coinvolta." Il fratello della sospettata, insomma, ha tracciato il profilo di una donna dal temperamento difficile: “Se viene contraddetta diventa di una cattiveria impressionante”, ha raccontato ai giornalisti, aggiungendo che la sorella, quando è venuta a conoscenza della riapertura delle indagini, ha smesso di usare il proprio telefono temendo di essere intercettata. “Mi chiamava con cellulari non suoi”, ha spiegato, definendola “irascibile” e incline a reazioni violente.
Abbracci spezzati - Negli anni ’80, Laura e Ottavio, senza figli, aprirono la loro casa a due sorelline affidate a un istituto religioso. “Ce le segnalò una maestra,” ha raccontato Laura in aula. “Una aveva due anni, l’altra dodici. Venivano da noi nei fine settimana." La maggiore, Anna Lucia, rimase nei ricordi. Anni dopo, ormai diciottenne, scrisse loro una lettera: voleva tornare a Chiavari. Cercava un aiuto, un punto fermo. Laura le offrì un lavoro come assistente per la madre anziana. Quell’aiuto, però, segnò l’inizio della rottura. “In pochi mesi si è innamorata di mio marito,” ha raccontato Laura. “Mia madre mi aveva messa in guardia: ‘Attenta, ti prenderà il marito’. E così è stato.” A dicembre arrivò una lettera da un avvocato: separazione. Ottavio Cini, oggi anziano, ha confermato in aula il legame con Anna Lucia. Racconta di essersi innamorato e di aver voluto provare a costruire qualcosa. La portò a vivere con sé per qualche mese a Santa Margherita. Il 21 gennaio 1991 nacque il figlio, Ennio. Ma le cose cambiarono presto: “Dopo il parto, diventò un’altra persona. Non era affettuosa con il bambino, lo strattonava quando piangeva. Era diventata aggressiva, crudele. Alla fine se ne andò, lasciandomi nostro figlio. Ogni tanto veniva, ma sempre di sfuggita. Tra loro non c’è mai stato un vero rapporto”. Ottavio ha rivelato anche un episodio rimasto nascosto per anni: “Appena tornata a Chiavari, nel 1989, era incinta di un altro ragazzo. Non voleva quel bambino, così la accompagnai io ad abortire. Laura non lo ha mai saputo”. Anni dopo, il figlio Ennio ha provato a riallacciare i rapporti con la madre. Un tentativo che, secondo quanto emerso in aula, non ha portato a nulla. Nessun contatto stabile, nessun ritorno.
Dalle testimonianze emerse, si delinea un quadro complesso della personalità di Anna Lucia Cecere, attraversato da relazioni familiari interrotte, legami sentimentali turbolenti e un passato segnato da profonde fratture. Gli ex compagni, i familiari ritrovati e chi l’ha accolta in casa da ragazza hanno contribuito a ricostruire tasselli biografici. Il processo prosegue, tra ricordi, silenzi e frammenti di vita che tornano oggi al centro di un’aula di giustizia
Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci anche su Whatsapp, su Instagram, su Youtube e su Facebook.
Condividi:
Altre notizie

Genova, due condanne per violenza su ragazze durante una festa privata
18/04/2025
di E.L.M

Genova, sicurezza rafforzata in città per Pasqua tra cerimonie e turismo
18/04/2025
di E.L.M