Caso Toti, ministro Crosetto: "Ho il coraggio di dire quello che penso sui magistrati"
di Redazione
Dialogo surreale su X tra il ministro e un interlocutore non identificato
ROMA - Un dialogo "surreale" tra il ministro della Difesa Guido Crosetto ed un suo non identificato interlocutore è stato pubblicato su X dallo stesso ministro ed il riferimento è al suo post di ieri in cui aveva preso posizione a difesa del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, nella vicenda giudiziaria che lo vede agli arresti.
Questo il dialogo: "Complimenti G., hai coraggio. Io non ce l'ho, mi spiace". "Non capisco, che coraggio? Quello di dire ciò che penso?" "Si, quello di dire ciò che pensi anche su alcune assurde ed incomprensibili iniziative della magistratura..." "Scusa, cosa c'è di coraggioso nel dire ciò che si pensa, su chiunque, su qualunque atto, in democrazia?" "Intanto la cosa strana è che tutti noi sappiamo che T. non era per nulla un tuo amico... E poi c'è che io non ce l'ho tutto 'sto coraggio perché ho paura, perché come vedi questi ti possono fare di tutto in qualunque momento, anche senza che tu abbia fatto nulla di male". "...appunto! Possono se nessuno lo mette in evidenza, possono se nessuno esprime le proprie idee in dissenso, quando pensa di avere ragione... perché non lo fai? Sei una persona autorevole in questo Paese." "Perché non voglio provocarli, perché ho paura, perché li conosciamo. Hai ragione tu, vogliono attaccare tutti da adesso al prossimo anno, per distruggere i nemici politici ed andare a nuove elezioni di "Liberazione". È così, è la loro postura ideologica." "Non so se sia una cosa così strutturata o se si tratti di iniziative singole e ti devo dire che non mi interessa. Ciò che mi preoccupa è che una persona come te abbia paura di un potere dello Stato il cui compito dovrebbe essere la ricerca della Giustizia. Se è così allora non siamo una democrazia compiuta. Se è così diventa anche inutile il sacrificio fisico, familiare, psicologico ed economico di servire questa Nazione". "Ci sono - conclude il ministro - diversi modi di interpretare la vita. Si può affrontare a testa alta, cercando di difendere alcuni principi, sempre. Oppure c'è la filosofia "dell'io speriamo che me la cavo". Forse ha ragione l'interlocutore.
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