Caso Toti: spuntano altri 1600 spot "fantasma", trasmessi dal maxischermo di Terrazza Colombo per le elezioni politiche
di Redazione
Una massa di messaggi non contabilizzati induce i pm Manotti e Monteverde a disporre approfondimenti
La perizia informatica disposta sul maxischermo di Terrazza Colombo, sulla sommità del grattacielo Piacentini e sopra la sede dell'emittente Primocanale, fa spuntare altri 1600 spot elettorali non registrati, questi per le politiche 2022 per le quali il presidente della Regione si era schierato con il suo partito nazionale "Noi Moderati", conquistando seggi al Senato e alla Camera.
Il perito informatico, ingegner Giuseppe Dezzani, a fronte di un contratto sottoscritto dalla "Lista" collega al presidente Giovanni Toti per trenta passaggi pubblicitari previsti e pagati, ne ha computati esattamente 1628. Ovvero 1598 in più, che valgono quasi 24 mila euro rispetto ai 450 da contratto. I pm Federico Manotti e Luca Monteverde vogliono capire le ragioni di questa nuova regalia.
L'ipotesi più solida, riporta il Secolo XIX, è che lo schema si inquadri nel collaudato rapporto tra Regione Liguria nella persona dello stesso Giovanni Toti, Esselunga allora rappresentata da Francesco Moncada e Maurizio Rossi editore di Primocanale. Secondo i pm Moncada, per velocizzare le pratiche per l'apertura di due nuovi supermercati Esselunga a Savona e Sestri Ponente, per le comunali del 2022 avrebbe pagato 50mila euro di spot elettorali alla Lista Toti che appoggiava il sindaco uscente e ricandidato Marco Bucci.
Intercettato in Regione il 17 marzo 2022 dalle microspie delle Fiamme Gialle, Moncada si dice disposto a fare un "regalo". "Sto pensando nel mio cumulo di passaggi di togliere qualcosa a noi e di metterlo su Bucci. Però questa cosa bisogna farla bene... dobbiamo dormire tra due cuscini". Nella ricostruzione dei pm, Rossi, quindi, farà sottoscrivere un contratto da 5 mila euro al Comitato Toti e ne avrà uno da 50 mila euro in più da Esselunga.
Sono stati contati dagli investigatori circa 6 mila spot non registrati per le amministrative e 1500 per le politiche. Va quindi verificato se nei 50 mila euro fatturati al centro Media Italiam collegato a Esselunga, non siano stati inclusi anche gli spot in soprannumero delle politiche. A consolidare questa ricostruzione ci sono le fatture che fanno posticipare una tranche da 35 mila euro, pagata all'emittente alla fine dell'anno, dopo le politiche. Scenario che porta i pm a valutare i reati di corruzione, finanziamento illecito e false fatturazioni.
Un'altra ipotesi investigativa, al momento non del tutto esclusa, è che gli spot "fantasma" per le politiche siano oggetto di un accordo privato non consentito tra Toti e Rossi. Toti, infatti, secondo i pm, potrebbe aver ottenuto gli spot in soprannumero proprio in cambio dei 50mila euro che l'imprenditore ha avuto dalla pubblicità per Esselunga. Ci sono infatti le conversazioni intercettate dell'ex capo di gabinetto della Regione Matteo Cozzani. Una in particolare: "Cioè, ti rendi conto? Quindi lui (Rossi, ndr ) deve starsene buono… questo è un contratto pluriennale perché prima gli facevano (Esselunga, ndr ) 170 solo di schermi, ora gli fanno prendere altri 50 con i passaggi". Ma gli investigatori non escludono che ci possa essere un altro soggetto che abbia pagato i messaggi elettorali in questione. Così si stanno analizzando conversazioni, messaggi e chat fra Toti e i suoi stretti collaboratori.
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