Chiavari, 14enne morto in canoa: continuano le indagini, oggi il sopralluogo degli inquirenti
di Riccardo Testa
Iscritti nel registro degli indagati anche gli istruttori della società sportiva e i Vigili del Fuoco
Dopo gli istruttori del club di canoa, la procura di Genova ha iscritto nel registro degli indagati anche i Vigili del Fuoco per la morte di Andrea Demattei, il canoista di 14 anni rimasto incastrato con la sua imbarcazione in un pilastro del fiume Entella a Chiavari (GE), nel corso di una sessione di allenamento. Un atto dovuto per consentire ai diretti interessati di potere nominare propri consulenti. Stamattina, intanto, gli investigatori hanno fatto un sopralluogo insieme alla polizia scientifica, che ha fatto una serie di foto sia sott'acqua che dall'alto per ricostruire in 3D il luogo dell'incidente e ricostruire con esattezza quanto successo, e appurare eventuali responsabilità da parte di terzi.
Demattei, è deceduto dopo pochi giorni di incosciente agonia all'ospedale pediatrico Gaslini, dove era stato condotto già in coma a causa dell'ipotermia. Il pubblico ministero Francesco Cardona Albini aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo per capire se la canoa fosse in buone condizioni e se fosse idonea alla navigazione nel fiume, se l'allenamento dovesse essere fatto in mare anche alla luce del fatto che due giorni prima c'erano state forti piogge e le acque dell'Entella erano ingrossate e la corrente aveva portato detriti, ma anche sulle modalità di soccorso e su eventuali ritardi o disorganizzazioni. Erano stati indagati il rappresentante legale della Shock Wave sport e tre istruttori - assistiti dagli avvocati Silvia Morini e Guido Mottola - per consentire loro di partecipare con un loro consulente all'autopsia.
"Niente e nessuno mi restituirà Andrea - ha dichiarato la mamma del piccolo, tramite il suo legale Rachele De Stefanis - ma sapere che la procura sta guardando nella giusta direzione e che le indagini procedono celermente è per me conforto e fonte di speranza".
Il giovane è rimasto a lungo in acqua, incastrato con la canoa tra frammenti di alberi portati dalla corrente: secondo quanto finora è stato preso in esame, la temperatura molto bassa potrebbe essere risultata fatale. Il ragazzo è stato tenuto con la testa fuori dall'acqua per almeno un'ora dal suo istruttore per non farlo bere, mentre i vigili del fuoco tentavano di liberarlo; il giovane è poi andato in arresto cardiaco per ipotermia. Quando è arrivato all'ospedale Gaslini di Genova le sue condizioni erano già disperate. Alla morte, la famiglia aveva acconsentito alla donazione degli organi.
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