Cinque anni di Giunta, Bucci guarda al futuro: "A inizio 2027 il primo passeggero sulla skymetro della Valbisagno"
di Redazione
"Avevo pensato di non ricandidarmi poi la responsabilità di gestire i fondi del Pnrr mi ha fatto riflettere: meglio un ricambio nel team che nel leader"
La decisione se ricandidarsi o no alla poltrona di sindaco di Genova, la tragedia del crollo di Ponte Morandi e la ricostruzione successiva ma anche il rapporto con i concorrenti per questa campagna elettorale e le "sirene romane" che vorrebbero spingerlo verso incarichi nazionali. C'è tutto questo e molto altro nell'intervista concessa dal sindaco di Genova Marco Bucci a Telenord, proprio alla vigilia del voto amministrativo del 12 giugno.
Ultime ore di campagna elettorale e tempo di bilanci su quanto fatto in queste settimane, nella sua coalizione ma anche in quella dei suoi avversari. "Il mio bilancio personale è molto positivo - commenta Bucci - Abbiamo girato molto, andando in tutte le delegazioni, visitando tutte le associazionid icategoria, parlando con tanti cittadini che hanno confermato la nostra linea. Sono molto deluso invece dalla campagna elettorale degli avversari, basata principalmente su falsità, sulla mancanza di dati oggettivi e sul rifiuto di analizzare quanto emerge dalle analisi, dagli istituti di ricerca e dalle università. Mi ha molto deluso perché mi aspettavo una campagna nella quale invece venissero fuori idee, proposte e opportunità. Invece non ho visto nessuna idea nuova dai nostri avversari e lo dico con delusione perché mi aspettavo invece la possibilità di cogliere nuove idee da poter fare nei prossimi 5 anni".
L'appoggio di Italia Viva intorno all'uomo Marco Bucci, oltre che sul sindaco? "La prima cosa è la visione di città, la nostra strategia, il piano operativo, i fondi che abbiamo ottenuto, come abbiamo intenzione di spenderli, quello che è il futuro della città - prosegue Bucci - E' stato questo ad essere condiviso non solo dalle forze di centrodestra ma anche da queste forze che hanno capito che il nostro progetto è valido per Genova. Poi ci sono stati anche molti riconoscimenti sull'attività svolta dal sottoscritto e questo mi ha fatto molto piacere. Ci siamo uniti come hanno fatto i genovesi dopo il crollo del Morandi, tirandosi su le maniche per ricostruire il Ponte San Giorgio. Quando c'è allineamento sulla visione e sugli obiettivi, ci si mette assieme e si lavora per lo stesso obiettivo".
Ma dov'è nato, dove ha le sue radici l'impegno politico che oggi la muove? Possiamo dire che è nato dalla sua esperienza nel mondo dell'Agesci e dello scoutismo? "Direi proprio di sì - conferma Bucci - Come sapete quando si sta negli scout è importante fare servizio verso gli altri quindi anch'io ho sempre avuto questo impegno quando facevo volontariato. Poi c'è l'incrocio col mondo anglosassone, dov'è normale per chi ha fatto una certa carriera passare un po' del proprio tempo per restituire alla società civile quanto ricevuto. Ecco anche questa esperienza ha influito sulla mia volontà di fare il sindaco, per fare il cosiddetto "give back" cioé il voler dedicare un periodo della mia vita per mettersi al servizio della collettività e restituire qualcosa alla società che ha permesso di fare la mia carriera".
Lei ci sta parlando di una politica come partecipazione che stride con la sua delusione verso questa campagna elettorale che, al contrario, è stata più che altro contrapposizione, di persone più che di idee. E' una dimensione politica nazionale oppure una questione tutta genovese? "Non ho l'esperienza per poterlo dire - spiega Bucci - Posso però dire che non mi piace. Noi dobbiamo lavorare sulle esperienze e sulle proposte operative. Se io voglio fare la metropolitana in Valbisagno e uno mi dice 'No, voglio usare gli elicotteri', va bene, ne parliamo, questo è un dibattito. Se uno invece mi dice 'No, la metropolitana in Valbisagno non si fa punto e basta', allora c'è un problema, allora è solo contrapposizione e non un dibattito mentre io mi aspettavo dalla campagna elettorale un dibattito sulle cose da fare".
Parliamo allora proprio della metropolitana in Valbisagno: quando sarà che il primo cittadino potrà mettere un piede su quest'opera? "Se rispettiamo i tempi, a fine 2026/inizio 2027 avremo la metropolitana in Valbisagno che sarà connessa con la rete attuale che avrà estensione su Terralba e fino a Rivarolo. Quindi sarà la congiunzione fra le due vallate, passando per il centro senza mai alzarsi dal seggiolino. Sarà una rivoluzione completa per il trasporto pubblico della città".
Di cos'ha ancora bisogno Genova nei prossimi 5 anni per fare quel salto e diventare sempre più centrale? "Ho molta fiducia negli investimenti - risponde Bucci - che porteranno lavoro e quindi ricchezza e con essa anche abitanti. Sapete che l'anno scorso abbiamo avuto 4mila posti di lavoro non coperti perché mancano le figure professionali. C'è da fare il match fra opfferta e domanda ma il lavoro c'è e questo è importante. Abbiamo ancora un paio di miliardi che non sono ancora del tutto approvati ma che devono arrivare. Mi riferisco soprattutto al grande database, al grande cloud da fare all'arrivo dei cavi internet sottomarini. Con questi avremo tutto il mondo internet che passa da Genova e lo fa per poi andare a Francoforte che è l'hub dell'Europa. Dobbiamo quindi investire per far sì che tutte le grandi aziende vengano a mettere a Genova il loro headquarter, perché questo è il posto dove il cavo dal mare arriva a terra. Questo è quindi il punto chiave dove lavorare su questi dati".
Come sono cambiate le sue giornate in questi 5 anni? Dalla sveglia a tutto il resto... "No, la sveglia è sempre la stessa - dice sorridendo Bucci - La sveglia è sempre alle 6,30 del mattino e alle 7,15 entriamo a Tursi. E' sempre stato così e non vedo motivo per cambiarlo. Si allungano sempre più le giornate e molto spesso si arriva a casa alle 11 di sera. Però io mi ritaglio sempre una mezza giornata per andare in barca, in genere la domenica mattina, per ricaricare le mie batterie perché è opportuno farlo e stare senza pensare sempre alle stesse cose. Anche i computer fanno il refresh quindi lo possono fare anche i cervelli umani!".
C'è stato un momento in questi 5 anni nel quale ha sentito queste batterie scariche e ha pensato di non ricandidarsi? "No - replica Bucci dopo appena un attimo di riflessione - il punto è che in un certo momento ho sentito un richiamo. Io penso infatti che fare lo stesso lavoro per un numero di anni troppo lungo è una cosa non proprio corretta, ma vale anche nelle aziende normali e tanti lo sanno. Fare lo stesso lavoro per più di 5/6 anni è un grosso punto di domanda e infatti io ho pensato che forse sarebbe stato meglio avere un ricambio subito perché questo garantisce il rinnovamento, nuove energie e un nuovo modo di fare le cose. Le novità e i ricambi fanno sempre bene al sistema. Poi invece ho pensato che dato che avevamo una strategia per mettere a terra tutti questi fondi, forse era meglio avere un ricambio nel team piuttosto che nel leader. Sarà un passaggio complesso, quello del Pnrr, ma anche una grande opportunità che non possiamo perdere, come i nostri genitori e i nostri nonni che negli anni '50 hanno portato l'Italia da zero ad essere la sesta potenza mondiale. Oggi noi abbiamo ancora più fondi rispetto al Piano Marshall e vogliamo perdere questa opportunità? Con che faccia guarderemo i nostri figli se non riusciremo a cogliere questa opportunità? Questo è il dovere morale che abbiamo ed è il dovere che mi ha spinto a ricandidarmi! Perché non è possibile che perdiamo questa opportunità. Quindi lo facciamo per noi ma soprattutto per le future generazioni".
In questi 5 anni, cos'è che l'ha fatta più arrabbiare o che l'ha più delusa? E qual è il momento che invece vorrebbe fotografare di slancio e di gioia? "Diciamo che ieri il segretario del PD ha fatto quello che io proprio non sopporto. Lui ha detto che in politica si fa così ma io non sono un politico, mi spiace, queste cose per me sono inaccettabili: è inaccettabile cambiare la realtà, dire falsità e bugie quando sono utili alla propria polemica strumentale. In questi 5 anni ne ho viste moltissime, con persone che davanti ti dicono una cosa e pochi minuti dopo ne fanno un'altra perché ritengono che questa faccia bene alla sua politica. Questo per me è un'offesa verso i cittadini che devono sempre sapere la verità. Non possono stare a sentire storie utili solo alla polemica strumentale. Tutti mi dicono che è la prassi in politica. Beh, signori, se questa è la prassi, non è il mio mondo. Io sono un amministratore che si mette al servizio della città. Molti dicono vedremo chi guiderà la città nei prossimi 5 anni e io dico che vedremo chi sarà al servizio della città nei prossimi 5 anni: è una grande differenza di pensiero e nel concetto e nel sistema di mente di chi si mette a fare questo lavoro. La cosa più gratificante certamente è stato quel pomeriggio con l'arcobaleno nel cielo - dice con la voce rotta dalla commozione, riferendosi all'inaugurazione del Ponte Genova San Giorgio - Io ho passato tutta la giornata sperando che non piovesse e con tutto il sistema che invece mi diceva che avrebbe piovuto quindi avremmo dovuto cambiare tutta la cerimonia. Io invece ho insistito perché facessimo la cerimonia sul ponte, col rischio della pioggia e poi abbiamo vinto. Ed è stato bello!".
Sindaco, molti dicono che lei sia ruvido e invece ora la sentiamo commosso... "No, io non sono ruvido, io sono abrasivo! - puntualizza - Il ruvido è ruvido e basta, l'abrasivo ha l'effetto di moltiplicazione dell'attrito ma per un obiettivo. Noi usiamo la carta vetro per un certo tipo di lavoro. Mi sono commosso perché sono ricordi che ti tornano in testa. C'è il sistema simpatico che lotta col parasimpatico...".
C'è stata polemica in questi giorni per le multe emesse dalla Municipale a Genova. "Non ne parlo nemmeno col comandante dei vigili ma ho preso delle decisioni impopolari proprio prima delle elezioni. L'esempio più lampante è la ricollocazione dei depositi costieri. Eppure era la cosa giusta da fare e continuerò a farlo perché il sindaco deve fare quello che deve per il bene della propria città. Non si può pensare in questo modo: se l'azione del sindaco è totalmente indirizzata alla propria rielezione, allora le cose non succederanno mai, esattamente com'è successo negli ultimi 25 anni perché nessuno pensa a mettere in cantiere infrastrutture che poi inaugurerà qualcun'altro. Tutti pensavano a fare le cose utili per la propria rielezioni. Ma sono questi errori enormi che portano le città al loro congelamento, com'è successo a Genova. Noi invece dobbiamo pensare al futuro: chi farà l'inaugurazione della Diga? Probabilmente non il sottoscritto ma io ho lottato molto per la Diga e ci stiamo riuscendo. Ma lo stesso vale per molte altre cose. Il sindaco deve pensare a breve, medio e lungo termine. Poi parliamo delle multe: sono un sistema per convincere i cittadini a comportarsi nel rispetto delle regole. Non c'entra nulla il fare budget. Il Comune ha un bidget annuale di 1 miliardo e 300 milioni circa, le multe arrivano forse a 40-45 milioni e non fanno una grande differenza. Oltretutto i soldi raccolti devono andare ad essere reinvestiti nel sistema di sicurezza della strada. La cosa però importante è che i vigili hanno preso persone a 142 kmh sulla Guido Rossa e a 141 su Corso Europa. Sono cose inaccettabili, sono un rischio anche per tutti gli altri cittadini e non ci possiamo permettere che le nostre strade non siano sicure. E' dovere del sindaco far sì che la sicurezza dei cittadini sia sempre maggiore. E quando vedo incidente, purtroppo a volte anche mortali, a volte per l'eccesso di alcol, allora il sindaco si deve chiedere cosa fare per risolvere il problema".
Pensa che un giorno potrebbe, come molti chiedono, fare un'esperienza politica fuori da Genova? "Assolutamente no - taglia corto - Io ho 62 anni, finito questo mandato ne avrò 67 e penso sia arrivato il momento di fare il giro di Ulisse. Con Penelope...".
La buona politica deve passare da una sempre maggiore e sempre più stretta comunicazione fra amministrazione e cittadini? "Assolutamente sì. Più collaborazione c'è e meglio è, più si ascoltano i comitati e meglio è. Anche dietro al classico mugugno genovese c'è sempre un fondo di verità per cui bisogna andare a capirla, prendersela e gestirla. Quando abbiamo dovuto far esplodere il ponte Morandi, alcuni comitati ci hanno dato ottime idee e noi le abbiamo fatte nostre. Però è dovere del sindaco e dell'amministratore prendere una decisione che a volte scontenta qualcuno, generalmente fa felici molti e scontenta qualcuno perché in genere la sia prende a larga maggioranza però può anche accadere di no, se si pensa che la cosa sia necessaria per il bene della città. E alla fine ci si rende conto che era la scelta giusta. E comunque, se si prendono decisioni veloci, anche quando le si prendono sbagliate si è sempre in tempo per correggerla velocemente. Chi non prende mai decisioni, non avrà nemmeno mai il tempo per correggersi. E poi lasciatemi dire anche una cosa sul termine 'politica': se vuol dire occuparsi della città per renderla migliore, allora io sono un politico al 300%. Se invece s'intende appartenere ad una parte e fare gli interessi di un partito anziché dei cittadini, allora non ci sto perché non ho la tessera di nessun partito ma lavoro al servizio della mia città".
Cosa farà in questi due giorni? "Sabato dovrò rispondere a centinaia di mail che ho lasciato indietro in questi ultimi due giorni - conclude Bucci - Poi domenica, come sindaco, ho il dovere e anche il piacere di andare al Santuario della Guardia per la Giornata del Lavoro e poi al pomeriggio me ne andrò in barca".
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