Come battezzare il ponte
di Paolo Lingua
Da Paganini a Pertini, oppure quale potrebbe essere il "ripescato" del passato?
Ci sono degli aspetti – spiace dirlo e speriamo che nessuno si offenda – vagamente umoristici nella corsa (anche politica, inutile nasconderlo) che si è avviata per dare un nome al ponte quasi ricostruito. Ieri, in consiglio comunale, con una maggioranza faticosa e trasversale, si è recuperata la proposta, avanzata dall’associazione culturale che porta il suo nome, di intitolare il ponte a Nicolò Paganini. Ma in casa del Pd, seguendo una rigida tradizione ideologica, propongono il nome di Sandro Pertini. E’ stata scartata l’ipotesi di dedicarlo a Renzo Piano, perché, facendo gli scongiuri, in genere una intitolazione la si fa per un defunto e noi auguriamo al nostro archistar un lunghissima vita e magari la realizzazione di qualche capolavoro in tarda età come Michelangelo e Giuseppe Verdi.
E allora? La commissione di esperti che dovrà decidere si farà una bella sudata. Sempre che non si recuperino intitolazioni tranquille, rappresentative e onnicomprensive come “Ponte di Genova” o “Ponte della Valpolcevera”.
Ma veniamo invece alla discussione sui personaggi. Alla proposta di Paganini qualcuno storce il naso perché il grande artista di fama mondiale ha avuto una vita da libertino in tutti i campi. Al di là delle numerose avventure amorose arrivò a giocarsi in una notte d’azzardo il suo violino prezioso: per fortuna, più tardi, gli venne donato il famoso Guarneri del Gesù ancor oggi conservato in Comune. Ma Paganini non è fortunato: a lui sarebbe toccato dare il nome al Teatro dell’Opera che però venne intitolato al re, in carica, Carlo Felice, dopo che Genova era stata annessa al Regno di Sardegna. Infine, come è noto, nel 1969 venne demolita la sua casa natale e la lapide che era sulla facciata giace ancora nei fondi del Comune di Genova (assai poco glorioso a questo proposito).
Ma, venendo ai nomi dei grandi genovesi, chi potrebbe essere ripescato? Il più famoso nel mondo è certamente Cristoforo Colombo che da tempo in America non è più, anche qui al limite del ridicolo e dell’assurdo, “politically correct”. Rimuovono le sue statue, non solo in Usa ma anche in Argentina, e minimizzano gli anniversari. Andrea Doria è considerato sì un protagonista della storia del XVI secolo e colui che ha dato a Genova secoli di ricchezza e benessere. Ma da molti (anche storici) è considerato cinico e spregiudicato, sempre nel nome del “politcally correct”. Altro nome di respiro mondiale è Giuseppe Mazzini, padre di tutte le democrazie occidentali. Le uniche obiezioni politiche potrebbero venire da parte dei monarchici ormai in via di estinzione a di chi lo considera un personaggio un po’ triste.
Conviene stare lontani da eventuali personaggi contemporanei, sempre per la lettura politica della loro vita (in una prospettiva più piccola, è di questi giorni la polemica sull’intestazione a Luigi Ferraro del porticciolo di Nervi). Ci sarebbe anche il Premio Nobel per la letteratura Eugenio Montale, maggior poeta italiano del Novecento, impeccabile antifascista. Ma va ricordato che in occasione della commemorazione il giorno della sua morte in consiglio comunale venne detto che l’argomento “non era stato inserito nell’ordine del giorno”. Conoscendo Montale avrebbe stretto le spalle sottolineando con un suo famoso verso: “bene non seppi, fuori del prodigio/ che schiude la divina indifferenza”. Montale conosceva benissimo il Dna di Genova e non si faceva illusioni. A questo punto, bisogna rendersi conto che la commissione incaricata di battezzare il ponte avrà da fare nel volgere di due mesi e anche meno. Continuiamo a ritenere che una intitolazione geografica e generale sia la soluzione migliore per evitare discussioni e mugugni, anche perché tutto il mondo politico ormai vede avvicinarsi il tempo delle elezioni e la propaganda non fa ragionare nessuno.
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