Comunali, Piciocchi vuole istituire assessorato Agricoltura. Martini (DSP): "Ottimo, ma prima sistemiamo il verde che c'è già"
di steris
Promuovere recupero aree agricole dismesse, sostenere riforestazione, contrastare dissesto idrogeologico e favorire accesso ai fondi PSR

Una Genova più verde, più vivibile e più resiliente. È questa la visione lanciata da Pietro Piciocchi, candidato sindaco per il centrodestra alle prossime elezioni comunali, che propone la creazione di un nuovo assessorato all’Agricoltura e al verde urbano, una figura dedicata esclusivamente alla cura del territorio, al rilancio delle coltivazioni locali e alla valorizzazione del paesaggio. L’assessorato, nelle intenzioni di Piciocchi, avrà il compito di promuovere il recupero delle aree agricole dismesse, sostenere la riforestazione, contrastare il dissesto idrogeologico e favorire l’accesso ai fondi del Piano di Sviluppo Rurale. Un progetto ambizioso che guarda a una città capace di coniugare sviluppo sostenibile e tutela ambientale, anche attraverso la rinascita di colture simboliche come il basilico e l’olivo, e il sostegno alle filiere a chilometro zero.
Ma la proposta non convince tutti. Erica Martini, capolista di Democrazia Sovrana e Popolare (DSP), pur condividendone gli intenti, solleva dubbi sull’efficacia e l’urgenza della misura. “Non è questione di essere pro o contro il verde. È questione di serietà amministrativa,” dichiara Martini. “Prima di creare nuovi assessorati, con i relativi costi e strutture, bisogna rendere efficiente ciò che già esiste.” Nel mirino, la gestione del verde pubblico affidata ad A.S.Ter., la partecipata comunale responsabile di oltre un milione e trecentomila metri quadri di aree verdi. Nonostante gli sforzi, le segnalazioni di incuria sono frequenti, dai giardini scolastici alle alberature stradali. Anche la recente istituzione di una task force per il monitoraggio degli alberi, seppur utile, non basta a colmare anni di gestione definita “trascurata”.
Secondo Martini, l’idea di un assessorato ex novo rischia di essere percepita come una mossa elettorale, più che una reale risposta ai problemi ambientali della città. “Prima bisogna assicurare che Aster abbia le risorse e il personale per lavorare in modo efficace. Poi, possiamo parlare di nuove strutture.” Sul fronte delle aree agricole dismesse, DSP chiede concretezza e pianificazione: un censimento puntuale, piani di accessibilità, riqualificazione e una reale collaborazione con il mondo contadino. Ma senza “nuove poltrone” o logiche clientelari. “Sì all’agricoltura urbana, alla tutela del paesaggio e al contrasto al consumo di suolo – conclude Martini – ma serve meno burocrazia e più azione concreta, a partire dalla manutenzione del verde che già abbiamo.”
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