Confindustria, Gozzi escluso e Garrone si ritira dalla corsa alla presidenza: Genova a mani vuote. In città e in regione si discute

di Giampiero Timossi

2 min, 45 sec

I due liguri in corsa per guidare l'associazione degli industriali non raggiungono l'obiettivo. E in tanti commentano la vicenda

Confindustria, Gozzi escluso e Garrone si ritira dalla corsa alla presidenza: Genova a mani vuote. In città e in regione si discute

Con l'esclusione di Antonio Gozzi prima e il ritiro dalla corsa di Edoardo Garrone poi, Genova rimane a mani vuote: non sarà ligure, men che meno genovese, il nuovo presidente di Confindustria. Che arriverà dall'Emilia Romagna, visto che Emanuele Orsini sarà il numero designato e dovrà semplicemente essere confermato dalla prossima assemblea.

 

Intanto in Galleria, in città, in provincia e in regione si discute.

E si dice: "Garrone rappresentava nuovamente la presidenza di un gruppo di una certa dimensione. Nel mentre si consolidava il lancio della candidatura di Garrone, Gozzi ha lanciato la sua contro. Senza l'interferenza di Gozzi, oggi Garrone avrebbe vinto. Con un margine importante"

 

"Avendo un po' seguito la vicenda e non solo dai giornali mi permetto di non concordare sulla sua ricostruzione dei fatti. Le valutazioni poi sulle intenzioni personali altrui sono a loro volta personali e arbitrarie. Infine la valorizzazione del consenso si può tradurre con difesa di chi quel consenso lo ha espresso e delle posizioni sulla base delle quali è stato accordato: è la base della rappresentanza"

 

"Il risultato è stato di non aver espresso un Presidente 'di peso'. Mi sembra un giro di tresette a chi fa meno"

 

"Mi dispiaccio. Perché corpi intermedi deboli sono un fattore di debolezza di tutto il sistema Italia".

 

"Secondo me, Garrone è subentrato dopo Gozzi. Dopo che in Confindustria Genova aveva dato anche lui il placet sulla candidatura di Gozzi. Non vado oltre. Non commento le persone, ci mancherebbe, ma il metodo e le retro strategie. Purtroppo è così".

 

In realtà non credo che il tempismo sia una variabile determinante in questa vicenda, ciascuno ha il diritto di scendere in campo quando ritiene giusto farlo, perché ne è convinto o è stato convinto. Fermo restando l’altissimo livello di entrambi i candidati genovesi mi sembra di poter aggiungere che il placet ufficiale di Confindustria genova non sia stato chiaro neppure nelle ultime ore della contesa e anche questo è legittimo, assolutamente, senza dimenticare che il tutto è reso più criptico da un sistema di consultazioni decisamente complesso e ritenuto arcaico e inadeguato almeno da una parte degli industriali: prima fare di consultazioni, schermatura, azzeramento, intervento dei “saggi”. Vista da fuori sembra una consultazione politica senza il linguaggio della politica e non mi pare un bene. Sulla scelta di Orsini non credo sia un semplice (seppur lecito) problema di campanilismo genovese/ligure/nord-est centri co. Orsini ha avuto, anche certo non solo, l’appoggio compatto delle partecipate (Enel, Eni, Snam..), il che può essere letto come la possibilità che la politica abbia in futuro un peso importante nelle scelte di Confindustria. Anche questo non è certo un dramma, ma personalmente preferisco quei Paesi dove ciascuno fa quello che deve fare: la politica su tutto, ma poi lasciando ovviamente la libertà indispensabile agli altri poteri o come in questo caso alle organizzazioni. Detto questo credo che Orsini possa fare un ottimo lavoro (nell’interesse degli Industriale e spero soprattutto nell’interesse dichi dipende dall’industria, i lavoratori). E credo che l’esperienza, il peso imprenditoriale e la sensibilità politica di Gozzi possano e saranno di consiglio al nuovo presidente di Confindustria.