Coronavirus, Toti: "In caso di lockdown nazionale la Liguria non si sfilerà"
di Redazione
Il governatore: "Se salisse la curva delle terapie intensive mi preoccuperei seriamente, nei pronto soccorso la pressione è molto pressante"
"Se nelle prossime ore cambierà la curva delle terapie intensive" la Regione Liguria valuterà l'introduzione di nuove restrizioni. E' la strategia indicata dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti stasera a SkyTg24. Da diversi giorni il numero dei posti letto occupati in terapia intensiva in Liguria oscilla attorno alle trenta unità. "Ragioniamo su una serie di 'curve' - spiega -. Oggi in Liguria ho una curva di contagio sulle medio-basse complessità molto elevata e lì dovremo sicuramente agire, spero che l'uso della mascherina, la consapevolezza dei cittadini, il divieto di assembramento, l'utilizzo dei medici di famiglia per i test, possano aiutarci. Se dovessi vedere che la curva delle terapie intensive prende la forma delle medio-basse complessità, mi preoccuperei seriamente, prima di arrivare al livello di guardia. I dati statistici ci consentono di avere delle previsioni abbastanza ragionevolmente accurate per almeno le settimane a venire".
Sull'ipotesi di un nuovo lockdown a livello nazionale: “Credo che una valutazione col governo nelle prossime ore andrà fatta. Se riteniamo di fare un lockdown nazionale la Liguria non si sfilerà, ma credo che il governo debba valutare bene l’impatto che avrà. C’è tutta una serie di provvedimenti che andranno prorogati.”
"Nei pronto soccorso la pressione è indubitabilmente molto pressante perché moltissime persone ci stanno andando, il nostro responsabile del dipartimento emergenza-urgenza ha lanciato un appello alle molte persone che ci vanno avendo fenomeni febbrili: non andateci se non è indispensabile e fatevi monitorare attraverso la rete del medico di famiglia". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti stasera a SkyTg24 interviene sulle indagini aperte dalla Procura di Genova sulla gestione sanitaria dell'emergenza covid. "Abbiamo Genova dove c'è una gigantesca pressione ai pronto soccorso della città, non credo vi sia alcun ritardo, stiamo aprendo nuovi posti letto come previsto dal piano incrementale stabilito con il Ministero, certo la strettoia dei pronto soccorso dove talvolta si aspetta molto tempo, c'è, soprattutto perché vengono utilizzati sia da coloro che hanno problemi respiratori, quindi è giusto che vi si rechino, sia da coloro che magari hanno paura e non hanno sintomi così gravi. Ma i posti letto negli ospedali ci sono. La stessa Genova oggi ha lo stesso numero di terapie intensive che aveva tre giorni fa, anzi è lievemente calato".
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