Covid, Locatelli: "Via libera ai vaccini per i bambini il 23 dicembre"
di Alessandro Bacci
Il coordinatore del Cts: "Atteso il parere dell'Aifa. La dose per la fascia di età 5-11 anni è di un terzo, 10 microgrammi, rispetto alla dose per l'adulto"
Attesa del via libera di Aifa in questa settimana al vaccino in età pediatrica per iniziare con le somministrazioni "il 23 di dicembre, poi magari sarà qualche giorno prima o qualche giorno dopo. Semplicemente perché per quella data saranno disponibili le formulazioni pediatriche, in quanto la dose per la fascia di età 5-11 anni è di un terzo, 10 microgrammi, rispetto alla dose per l'adulto. Si è proprio voluto evitare il prelievo dalle fiale degli adulti, perché avrebbe creato situazioni in qualche modo aleatorie, per questo si è preferito aspettare la disponibilità di formulazioni pediatriche". A dirlo è Franco Locatelli, coordinatore del Cts, Comitato Tecnico Scientifico e presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) a Buongiorno su SkyTG24.
"Si sta ragionando - aggiunge - per creare aree pediatriche negli hub vaccinali. Ho anche sentito frasi secondo cui occorre aspettare quello che emerge dalla vaccinazione in altri Paesi, ma se facciamo tutti così nessuno avrà mai dei dati. Cerchiamo di fidarci delle evidenze degli studi scientifici".
Sull'obbligo vaccinale nei bambini Locatelli dice di non accarezzare assolutamente l'idea. "Assolutamente no, è un'opzione che va offerta, va fatta opera di convincimento, spiegando perché c'è un vantaggio nel vaccinare i bambini, per tutela della loro salute e dei loro spazi educativi e sociali. Ma non considererei l'obbligo". Così come il Green Pass: "Neanche - conclude Locatelli - se n'è già discusso, e il ministro Speranza è stato chiaro nel dire che in questo momento non si considerava questa ipotesi".
L'approvazione per l'uso di un farmaco "e quindi di un vaccino si attengono a dei criteri assolutamente stringenti. Dire che è stato fatto tutto troppo in fretta mi pare assolutamente inappropriato e direi anche assolutamente ingiustificato" prosegue il presidente del Css. "Anche quando si parla di un dimensionamento campionario - rileva - cioè del numero di pazienti inclusi nello studio. Ricordiamoci che questo non viene deciso in maniera arbitraria e unilaterale da parte delle aziende, ma le aziende sviluppano piani di investigazione pediatrica che vengono preventivamente sottoposti per discussione e valutazione ad approvazione da parte delle Agenzie regolatorie".
"Se iniziamo a mettere in discussione anche il ruolo di queste ultime - conclude - credo che davvero mettiamo in discussione dei capisaldi fondamentali su cui si articola il sistema sanitario. Sia nazionale, sia globalmente inteso. Le affermazioni fatte sul dimensionamento campionario inadeguato dovrebbero essere riconsiderate con attenzione da chi le ha fatte".
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