Crollo galleria A26: poteva essere una strage
di Redazione
Dalle volte precipitate due tonnellate e mezzo di detriti
Dalle volte della galleria Bertè, sulla carreggiata della A26, sono crollate due tonnellate e mezzo di cemento.
I primi accertamenti della polizia stradale sul tetto del tunnel che si è sgretolato all’altezza di Masone, confermano quanto i magistrati sospettavano: non si è trattato di un piccolo crollo, ma è stato un cedimento strutturale ed è per un caso fortuito che non ci siano state vittime. Nei prossimi giorni il pubblico ministero Marcello Maresca disporrà una consulenza tecnica sulla galleria, per capire cosa possa aver provocato il cedimento.
Avviati i lavori di ripristino dei tecnici di Autostrade per l’Italia (Aspi): l’intervento è stato affidato a una società specializzata, incaricata anche di effettuare ispezioni sui materiali. Per il momento non ci sono tempi certi sulla riapertura della galleria e la circolazione proseguirà a corsia alternata con un bypass.
Il procuratore di Genova Francesco Cozzi, magistrato che coordina la maxi-inchiesta sul disastro del Ponte Morandi, lancia un segnale: «Il nodo non è la revoca della concessione, ma il sistema normativo. Deve passare il concetto che chi effettua il monitoraggio non può essere controllato, e nemmeno scelto, dalla società concessionaria».
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