Donna morta dopo aggressione: la figlia è indagata per omicidio
di Michele Varì
1 min, 57 sec
L'indagata chiama Telenord: “Non l'ho picchiata, abbiamo solo parlato”. Il papà: "Non voglio più vederla"
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Non l'ha picchiata per ucciderla. Ma i calci e gli schiaffi con cui ha colpito la madre appena ha aperto la casa ne avrebbero provocato la morte. Barbara Mannoia, 46 anni, genovese da due mesi trasferitasi a Mazara del Vallo, Trapani, è indagata per omicidio preterintenzionale della madre Filippa Astuto, 69 anni, aggredita nella sua casa di Santa Maria in Passione nel centro storico, una vecchia dimora incastonata nella parte più antica di Genova,al fianco della casa natale di Nicolò Paganini.
L'indagine è svolta dai carabinieri della compagnia Centro e coordinati dal pm Daniela Pischetola.
Era stata la stessa Astuto a dichiarare di essere stata picchiata dalla figlia quando era arrivata al pronto soccorso dell'ospedale Galliera accompagnata dal marito, Gianni Mannoia, un uomo che compirà 70 anni giovedì, primo agosto, un giorno che sperava di festeggiare con moglie, figli e nipoti ed è invece è la data dell'autopsia della sulla sua Fily, cinquant'anni di vita insieme, tre figli, tanti nipoti, una famiglia comunque, nonostante tutto, felice sino, almeno sino al 3 luglio, il giorno dell'aggressione.
La figlia, dopo l'ennesima lite, per dissapori vari, molti dei quali scaturiti dopo la separazione di 4 anni fa dal marito, sarebbe tornata apposta a Genova per picchiare la mamma. La donna, dimessa dopo due giorni, si è sentita male in un secondo tempo ed è tornata d'urgenza in ospedale. Sottoposta ad intervento chirurgico allo stomaco è deceduta venerdì scorso.
Gianni, il marito, ex muratore originario di Palermo, ammette di non desiderare di vedere la figlia in galera, perché come si fa a volere che la propria figlia, la più grande, madre di due splendidi nipoti, finisca in una cella? Ma non vuole più vederla. "Non mi interessa più".
Barbara quando ha appreso che Telenord ha svelato la notizia dell'indagine ha telefonato in redazione a per difendersi. Nelle sue parole tanto disagio ma anche paura. “Avevo avvisato anche i carabinieri che sarei tornata a Genova e in casa dei miei per prendere la mia roba perché mio padre voleva buttare tutto. Mia madre mi ha aperto in accappatoio. Mi ha offeso come faceva sempre, dicendo che sono grassa, che sarei morta presto. Poi ha aperto la finestra e ha cominciato ad urlare dicendo che l'aveva picchiata. Ma non era vero. Se provo dolore? Dopo quanto accaduto, lo ammetto, non molto. Il dolore l'ho provato quando sono morti i nonni".
Michele Varì
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