Elezioni, l’attacco di Salvini al centrosinistra: “A loro interessa spartire il potere, qui c’è progetto politico”
di Riccardo Olivieri
Il ministro accusa le tv nazionali: “Vogliono nascondere il voto di Genova, perché meno gente va a votare e più conta il voto di interesse e di apparato. Chi non vota, vota sinistra”

Politica locale, internazionale e momenti che hanno sfiorato il cabaret, accolti con risate dal pubblico. La giornata genovese del ministro Matteo Salvini si è conclusa sul palco del Teatro della Gioventù, da cui ha raccolto l’affetto dei suoi e ha lanciato la candidatura di Piciocchi: “Quando sono venuto a Genova, Bucci ha vinto col 55% entrambe le volte. Conto di tornare il 27 maggio con una vittoria al primo turno col 55%”.
Temi locali - “Chi vota sinistra poi non si lamenti se si bloccano dei cantieri”. Alla fine il refrain è sempre lo stesso, “quelli del fare” contro i “signori del no”. E aggiunge che “noi chiediamo il voto dei genovesi non perché di là c'è il nemico, lo chiediamo perché il centrodestra ha cambiato Genova da così a così”. Davanti ai suoi Salvini si concede qualche frase di cattivo gusto sugli avversari come quando cita l’ex presidente di Regione Claudio Burlando, “ogni volta mi dicono di non nominarlo ma non sono scaramantico”, oppure qualche battuta più bonariamente grossolana come quando non vuole nominare “Doria perché si inca**ano i doriani”. La folla ride e applaude.
Droni, amore e apparati - Ma uno degli elementi su cui Salvini va a colpire e sul quale si è concentrato anche l’intervento di Piciocchi sono i droni. Il candidato sindaco, con un racconto pittoresco, ha descritto l’arrivo di Silvia Salis nel mercato dove si trovava anche lui il giorno prima, con “i droni che hanno iniziato a volare in cielo” e “tutto che si è fermato per 15 minuti perché c’era la candidata”. Neanche Salvini risparmia all’avversaria una battuta sui droni ma colpisce molto più duro di Piciocchi:: “I droni li usano quelli che si vogliono spartire le poltrone in sede di partito”. Questo tema diventa il filo conduttore del suo discorso contro il centrosinistra: prima parla del fatto che “di là hanno più soldi, più amici nelle stanze che contano, sostegno dei sindacati e di qualcuno che non vede l'ora di tornare a mettere le mani su sistemi di potere”, il tutto contrapposto alla “certezza che Marco Bucci e Pietro Piciocchi fanno lavorare per il Comune e per la Regione non i raccomandati o gli amici degli amici ma le aziende che meritano di lavorare”; poi alza ancora il tiro e accusa le televisioni nazionali di voler “nascondere il voto di Genova, perché meno gente va a votare e più conta il voto di interesse e di apparato. Chi sta a casa è come se votasse sinistra”. “Qui c'è un progetto politico e di amore - chiosa -, di là c'è voglia di potere”.
Finta aggressione - Il leader del Carroccio poi torna sulla polemica del finto attacco fascista al sindacalista. Con un colpo di teatro, in mezzo al discorso si interrompe e dice “guarda là, c'è un fascista. Ce n’è un altro. E si stanno picchiando tra di loro”, tra le risate del pubblico. “Hanno fatto finire questa storia sui giornali di tutta Italia per tre giorni dicendo che Genova era pericolosa, ora devono chiedere scusa”, ha dichiarato.
Immigrazione - Sul palco Salvini tocca anche uno dei temi su cui ha costruito una buona fetta del suo successo politico: la lotta all’immigrazione. “Voglio un Comune aperto, trasparente, inclusivo soprattutto per i genovesi, che non meritano di essere accomunati a balordi, spacciatori e perditempo che meritano invece solo l'espulsione”. A questo punto l’attacco si ridireziona verso “sinistra, dove qualcuno vuole depotenziare la Polizia Locale mentre noi vogliamo raddoppiarne la presenza. Chi ha paura della divisa qualche problemino ce l'ha”. Poi la Germania diventa un esempio: “Merz, neo cancelliere tedesco, ha annunciato espulsioni di massa e controlli serratissimi ai confini: vi ricorda qualcuno?”. Dal pubblico qualcuno grida “ti hanno assolto” e Salvini, mostrando una certa prontezza di spirito, ne approfitta per lanciare una stoccata alla magistratura genovese: “Ringrazio il buon Dio e i giudici per essermi scampato sei anni in primo grado, forse se fossi stato giudicato a Genova mi avrebbero dato l'ergastolo”. Il riferimento va evidentemente all’arresto dell’allora presidente di Regione Giovanni Toti, che Salvini aveva difeso più volte.
A ruota libera - Il discorso del Ministro si concentra più volte sul Rearm Europe, “il Pd vorrebbe farci spendere 800 miliardi di euro per riarmare l'Europa”, e per questo quello di Genova sarebbe un “voto anche nazionale: scegliamo la pace senza se e senza ma”.
La questione femminile - Poi si parla di donne, con la Lega che per Salvini nella giunta Piciocchi ha “tre bravissimi assessori” in Paola Bordilli, Marta Brusoni e Francesca Corso. “Se fossi una donna mi offenderei ad essere considerato una minoranza, però mi raccomando, niente asterischi e schwa in Comune a Genova” ha aggiunto, prima di ricordare che “da ministro rimisi le parole mamma e papà sui documenti” mentre ora si è tornati alle definizioni di Genitore 1 e Genitore 2. Il filone però non si esaurisce qui. C’è spazio per ironizzare sui film della Disney, tra fiabe definite “stuprate, nani no che è body shaming, il principe era un mezzo molestatore”. Qui la critica di Salvini vira, o almeno così sembra, sul capitalismo: “C’è un’idea di società dove non esistono più le famiglie, le comunità, esistono i consumatori, senza sesso, senza identità. Mi invento ogni giorno bisogni che loro non hanno per riempirli di prodotti”.
La chiusura è dedicata all’energia, col nucleare “che la Francia vende all’Italia, gli italiani pagano di più e i francesi meno. Non possiamo dire di no a nessun tipo di produzione energetica, serve nucleare pulito di ultima generazione: chi sceglie la Lega sceglie il futuro, la modernità. Viva la Lega, viva Zena, andiamo a vincere”.
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