Finta aggressione al sindacalista, Bucci: "Se indagini confermeranno i fatti ci costituiremo parte civile per danno d'immagine"
di Roli
Il presidente in Consiglio Regionale estende la proposta alla minoranza ma accusa i consiglieri "che partecipano ad eventi falsi". Intanto l'opposizione presenta una lettera contro la gestione dell'aula del presidente Balleari

Regione Liguria intende costituirsi parte civile per danno di immagine "se le indagini dovessero confermare quanto emerso": la proposta arriva dal presidente Marco Bucci in risposta ad un'interrogazione del consigliere di Forza Italia Angelo Vaccarezza sulla polemica del momento, quella che riguarda la finta aggressione di stampo fascista ai danni di un sindacalista della Cgil a Sestri Ponente. "Non è una questione di danno d'immagine del consiglio regionale ma di tutta Genova e tutta la Liguria - spiega Bucci -. Abbiamo visto consiglieri regionali che partecipano ad eventi falsi. Sarebbe bello se ci costituissimo tutti parte civile, perché non si ripetano situazioni di questo tipo". La proposta è stata poi condivisa dai capigruppo di maggioranza Rocco Invernizzi (Fratelli d’Italia), Sara Foscolo (Lega), Carlo Bagnasco (Forza Italia), Matteo Campora (Vince Liguria - Noi Moderati), Giovanni Boitano (Orgoglio Liguria): "Un brutto episodio che purtroppo è stato impropriamente amplificato e strumentalizzato a fini elettorali con accuse gravissime, anche in aula consiliare, dalle sinistre che, senza preoccuparsi di verificare i fatti, hanno chiamato a raccolta la piazza, agitando lo spauracchio del fascismo che invece a Genova non c’è" hanno dichiarato in una nota congiunta.
Il consiglio - Questa mattina il consiglio è iniziato con l'ordine del giorno di Gianmarco Medusei, Fratelli d'Italia, che aveva contestato l'ordine del giorno presentato due settimane prima (firmato da tutti i capigruppo, anche di maggioranza e votato all'unanimità il 15 aprile) proprio su questo episodio. "Dovrete gridare voi a squarciagola che non era un'aggressione fascista, anzi non era un'aggressione - ha dichiarato in aula -. Avevamo raccomandato di aspettare, di attendere le indagini. Ora dovete gridare voi a squarciagola che era tutto inventato e dovete chiedere scusa ai cittadini perché avete amplificato una notizia falsa". Vani i tentativi di creare un documento unitario: maggioranza e opposizione si sono spaccate e non hanno firmato i rispettivi ordini del giorno, rinviandoli a data da destinarsi e lasciando di fatto in vigore quello del 15 aprile.
Condanne - Il consigliere Vaccarezza ha anche chiesto anche all'opposizione condanne relativamente a due episodi: un corteo avvenuto "un mese fa durante il quale è stato imbrattato il centro di Genova" (non è ancora chiaro a quale facesse riferimento) e i fischi in piazza Matteotti per Marco Bucci e il sindaco facente funzione Pietro Piciocchi il 25 aprile, "con cui si è dimostrato di non capire cosa sia il 25 aprile". Con i loro interventi il consigliere e Bucci hanno anche lanciato qualche stoccata alla sinistra: il presidente ha ripreso i discorsi del ministro Salvini e di Piciocchi ieri sera al Teatro della Gioventù (Leggi QUI) e ha citato i droni "che seguono la candidata"; Vaccarezza invece ha ironizzato sul fatto che "non si trovano fascisti, hanno messo una fototrappola a Tiglieto ma non si trovano". Su quest'ultimo punto non si può non segnalare l'annuncio da parte di Casa Pound di un corteo che si terrà alla Spezia il 17 di maggio con cui il partito neofascista si propone di cancellare la festività del 25 aprile e accusa i governi di politiche troppo tolleranti verso i migranti.
Lettera contro Balleari - Intanto il centrosinistra ha depositato una lettera per contestare la gestione dell'aula da parte del presidente del consiglio Stefano Balleari, accusato di essere "in balia delle indicazioni della Giunta" e di "piegarsi alle urla del capo".
"Se le regole non esistono - si legge -, e valgono solo come un canovaccio a seconda delle convenienze o come una clava nei confronti della minoranza per silenziarne le ragioni, viene meno qualsiasi forma di confronto possibile tra maggioranza e opposizione in uno spazio democratico quale dovrebbe essere il Consiglio Regionale, perché chi è chiamato a garantirle in realtà non è arbitro, ma giocatore. Noi contrasteremo in ogni forma questo tentativo di piegare il Consiglio Regionale alle urla del capo, usando tutti gli strumenti che lo Statuto e la Costituzione ci consente per riaffermare lo spazio di discussione che è il cuore di ogni democrazia. Le istituzioni sopravvivono ai capi protempore, e vanno preservate da chi cerca di svilirle".
L'episodio scatenante è avvenuto al termine della scorsa seduta, conclusa oltre l'orario previsto per la votazione sulla legge dedicata al bonus affitti per l'entroterra. "La seduta si è protratta oltre l’orario di chiusura, previsto per le 14 - accusano le opposizioni -. Per decidere dell’eventuale prosecuzione oltre i termini diconvocazione per norma è chiamato a discuterne lo stesso organo che ha definito la programmazione, cioè l’UPI. Per prassi, il tema della eventuale prosecuzione viene posto esplicitamente in discussione in aula qualora si sia nella fase finale di un provvedimento (dichiarazioni di voto finali del provvedimento) e solo qualora si veda che esista una palese e completa adesione alla prosecuzione si ritiene “assorbito” il passaggio in UPI. Una prassi non consolidata, perché negli anni si sono rinviati provvedimenti alla seduta successiva non solo quando si era ancora in fase di voto ma anche qualora ci si trovava in sede di dichiarazione di voto finale. Nella scorsa seduta invece il Presidente del Consiglio ha disposto - senza neppure un confronto con l’ufficio di Presidenza - la continuazione oltre l’ora di convocazione, violando nei fatti il regolamento e nei fatti facendo votare un testo di legge oltre l’orario della seduta, nei fatti senza una copertura organizzativa/amministrativa. Inoltre è stato negato - in forma anch’essa contraria al Regolamento - il “richiamo all’ordine dei lavori”, di cui all’articolo 59 del Regolamento interno. L’ordine dei lavori, per regola e per prassi, ha precedenza rispetto alla discussione principale, anche prima del voto su un provvedimento (perché, per propria natura potrebbe riguardare il voto stesso). In quella seduta non è stato possibile porre il tema della convocazione dell’UPI, perché il Presidente, autonomamente, ha imposto il voto sul provvedimento e la chiusura della seduta stessa".
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