Energia, Salvini: "Nel 2032 una centrale nucleare in Italia, la vorrei a Milano"

di Stefano Rissetto

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Nel 1987 i referendum post-Chernobyl avevano "spento" i nostri reattori e marginalizzato la divisione atomica dell'Ansaldo, tra le più avanzate del mondo

Energia, Salvini: "Nel 2032 una centrale nucleare in Italia, la vorrei a Milano"

A trentasei anni dal referendum che, svoltosi quando l'onda emotiva di Chernobyl era ancora viva, di fatto "spense" il nucleare italiano, a tutto beneficio dei produttori mediorientali di gas e petrolio, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini rilancia l'idea di tornare all'energia atomica, tra l'altro nata in Italia.
 

"Ho chiesto ai tecnici del mio ministero. Se partiamo nel 2024, nel 2032 possiamo accendere il primo interruttore di una centrale nucleare". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini intervenendo ad un convegno a Roma sul nucleare. "Da milanese la prima centrale la vorrei a Milano - ha aggiunto Salvini - Lo vorrei un reattore di ultima generazione nella mia città".
 

Si riparla quindi di nucleare nella patria di questa tecnologia. Erano stati infatti tra le due guerre mondiali Enrico Fermi, Emilio Segrè, Edoardo Amaldi, Franco Rasetti, Bruno Pontecorvo e il genio di Ettore Majorana, noti come "i ragazzi di via Panisperna" (da sinistra: Oscar D'Agostino, Emilio Segrè, Edoardo Amaldi, Franco Rasetti ed Enrico Fermi, foto scattata da Bruno Pontecorvo), a creare le basi per lo sfruttamento della fissione nucleare a fini di produzione di energia. Le conoscenze degli scienziati italiani, divampato il secondo conflitto mondiale, si dispersero nel mondo: Fermi emigrò negli USA, Pontecorvo in URSS ed entrambi furono decisivi - molto più di Robert Oppenheimer cui è stato dedicato un kolossal di Christopher Nolan - per la conversione a uso militare della forza arcana dell'infinitamente piccolo.
 

Nel dopoguerra, l'Italia riprese a lavorare sulla tecnologia nucleare e a Genova l'Ansaldo era il vertice assoluto di eccellenza. Vennero costruite centrali a Trino Vercellese, Caorso, Montalto di Castro, Latina e Sessa Aurunca, sulla strada dell'autonomia energetica nazionale, un obiettivo caro allo stesso Enrico Mattei fondatore dell'Eni. Ma i referendum post Chernobyl posero fine a questa pagina di storia nazionale, mentre nel resto d'Europa quasi tutte le altre nazioni proseguivano e anzi incrementavano la produzione di energia dal nucleare. Il risultato grottesco, oltre all'autoconsegna di lungo termine ai Paesi del Golfo per quanto riguarda l'approvvigionamento di fonti fossili, è che tuttora l'Italia fa fronte al fabbisogno energetico comprando - per esempio - dalla Francia elettricità prodotta da reattori nucleari, ubicati a poca distanza dai confini nazionale, e di progettazione italiana.
 

L'intervento di Salvini, che cita Milano senza però tener conto del fatto che la vicinanza immediata a corsi d'acqua a flusso costante è il primo requisito per la costruzione di un reattore, non si limita al nucleare: "Nel 2032 il primo Treno passerà per la Torino-Lione - ha detto ancora Salvini - Lo stesso anno il primo treno viaggerà da Bolzano a Innsbruck in 25 minuti e un altro treno passerà sul Ponte sullo Stretto. Nel 2032 ci sarà anche il primo treno sulla metro che a Roma unisce l'altare della Patria con Roma Nord".