Ex Ilva, Calenda (Azione): "Vie d'uscita? Ce ne sono davvero poche"
di Filippo Serio
Il leader di Azione sulla situazione di Acciaierie d'Italia: "Ma la colpa non è del Governo Meloni, ma della gestione Conte-Di Maio
"Ex Ilva? Non credo che la responsabilità sia del Governo Meloni. Era stata fatta una gara in cui ha vinto Mittal, non gli abbiamo dato la fabbrica ma esisteva un contratto blindato i cui dettagli erano non toccare i lavoratori, con stesso livello retributivo stesso inqudaramento e persino il ripristino dell'art. 18 per gli operai dell'Ilva. Questo accordo è stato portato confermato con Conte e Di Maio e poi fatto saltare da Conte e Di Maio, facendo saltare lo scudo penale. Dopo avevano detto che avrebbero fatto causa a Mittal e invece hanno costituito una società in minoranza con Mittal. E io dissi loro: "Siete pazzi a fare saltare un accordo blindato". Una storia di follia italiana."- il leader del partito di Azione commenta così la situazione di Acciaierie d'Italia in seguito alla rottura tra il Governo e Arcelor Mittal, azionista privato di maggioranza
"Vie d'uscita? Ce ne sono davvero poche. Non conosco quali patti vincolanti abbia firmato il Governo Conte, ovvero Invitalia. Noi abbiamo chiesto in Parlamento di conoscere questi contratti. Credo che verrà rimessa in amministrazione straordinaria e comincerà tutto d'accapo. Ma purtroppo l'Ex Ilva oggi è in una condizione tale perchè si è perso così tanto tempo che sarà difficile da gestire in questo modo. Mi auguro che non sia così, ma ora come ora non posso valutare quali sono i patti tra Mittal e Invitalia.
E sul rigassificatore di Vado Ligure: "Le navi rigassificatrici non hanno impatto, le mettono in tutto il mondo, Se lo spostamento della Golar Tundra da Piombino a Vado ha ragioni politiche non va bene. Ma se le motivazioni sono legate a necessità, non succede niente. Sapete quanti incidenti ci sono stati da quando sono stati inventati i rigassificatori? Zero"
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