Fabio Accorrà dalla mostra al Chiossone al sogno di una Genova a colori
di Giulia Cassini
La proposta del fotografo e travel blogger su Facebook sta diventando virale e raccoglie ampi consensi
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L’attenzione alla tavolozza cromatica è innata per il fotografo Fabio Accorrà, noto per il blog Viaggiaresenzaconfini.it e per la recente mostra da record “I colori del Giappone” al Chiossone, che aveva raccontato il Paese attraverso dodici luoghi e altrettante tematiche dal bianco accecante del Monte Fuji al giallo dell’autunno a Nikko.
“Proprio questo progetto fotografico nato dal filone dei colori -spiega l’artista e travel blogger- mi ha agevolato molto come ispirazione personale, poi il post su Facebook di domenica con la proposta di realizzare una "via colorata" per Genova l’ho inserito nella giornata mondiale contro l’omofobia”.
Non è una iniziativa politica, ma artistica, nata dal confronto in giro per il mondo dove vie intere oppure quartieri hanno un colore predominante o sfoggiano un vero e proprio arcobaleno. “Penso immediatamente a Vancouver in Canada con le iconiche strisce pedonali colorate oppure ancora alle panchine di tutti i colori di Reykjavik , una delle capitali più a nord del mondo, o a una intera via come quella famosissima a Lisbona, ma gli esempi sono innumerevoli”. E allora perché non avere una zona di Genova in technicolor?
“La nostra città simbolo ha il mare, è un punto cruciale che si affaccia al Mediterraneo da sempre crogiuolo di popoli e di storie – continua Accorrà- perché dunque non destinare a un'installazione permanente un luogo simbolo anche in quartiere da valorizzare?” Nell'intenzione di Accorrà, che spera venga accolta dall’amministrazione senza alcuna richiesta di paternità “Dovrebbe essere una via al passo coi tempi, il simbolo della movida, di una Genova giovane o aperta e del divertimento nel rispetto delle regole”.
Elevato il feedback su Facebook con tanto di hashtag #coloriamola a questo post che sta facendo il giro dei social e rimbalza sui media. Tra le varie osservazioni spicca l’auspicio di Enrico Montolivo che intravede in un embrione di panchine colorate la possibilità (o la location giusta, chissà) per realizzarla.
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