Funivia Stresa, il testimone: "Quella cabina girava con i freni bloccati dal 26 aprile"
di Marco Innocenti
Le dichiarazioni dei dipendenti continuano a puntare in una sola direzione: "I forchettoni non vennero rimossi su ordine di Tadini"
La cabina numero 3, quella che dopo la rottura del cavo traente è volata via causando le 14 morti, come ha spiegato il teste, "era solita circolare con i ceppi inseriti già da parecchio tempo, per evitare appunto l'inserimento del freno d'emergenza durante la corsa" che impediva "il funzionamento dell'intero impianto". L'operatore che ha messo in funzione la funivia la mattina del 23 maggio, giorno della tragedia - ha messo a verbale il dipendente - avrebbe dovuto "rimuovere" i forchettoni, collocati la sera precedente, e su "autorizzazione del caposervizio [cioé Tadini, ndr] per effettuare la corsa di prova". Ma quei blocchi non vennero rimossi, a detta del teste, su "ordine" di Tadini.
Anche un'altra dipendente, come diversi altri sentiti e i cui verbali sono riportati nell'ordinanza, ha spiegato di sapere "per certo che Tadini ordinava l'applicazione e il regolare funzionamento dell'impianto anche con i ceppi installati sui freni di emergenza". Ha detto di aver chiesto un giorno al tecnico se poteva togliere quei forchettoni e lui le avrebbe risposto "di lasciarli dove erano a causa di un problema all'impianto frenante" che faceva partire il blocco di emergenza. Un altro teste, a cui sono state mostrate foto della carcassa della cabinovia, ha detto di essere "allibito dal fatto" che sulla cabina "ci sia un ceppo inserito", che andava messo "solo a fine giornata per fare manutenzione".
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