Genova, così rinasce il piano nobile di Palazzo Balbi Senarega: nell'edificio dell'università scoperti nuovi affreschi del '600

di Edoardo Cozza

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I lavori di restauro sono costati 620mila euro: tornano all'antico splendore le sale ricche di arte barocca. Il rettore Delfino: "Edificio iconico dell'ateneo"

Genova, così rinasce il piano nobile di Palazzo Balbi Senarega: nell'edificio dell'università scoperti nuovi affreschi del '600

"Questo è stato un restauro fortunato perché oltre al recupero pieno degli spazi la stanza delle Muse ci ha regalato una sorpresa straordinaria, sulle pareti sono emerse una serie di statue affrescate, seicentesche, che non pensavamo fossero presenti e che si integrano perfettamente con la volta affrescata da Domenico Paola". Lo ha detto Lauro Magnani, delegato dal Rettore per la valorizzazione del patrimonio artistico dell'Ateneo, presentando i lavori di restauro del piano nobile di Palazzo Balbi Senarega a Genova. Un valore aggiunto, è stato detto, che si unisce agli altri capolavori del barocco genovese che fanno di palazzo Balbi Senarega, patrimonio Unesco, "uno straordinario esempio di architettura abitativa aristocratica seicentesca".

L'edificio, grazie a un importante lavoro di restauro, per un impegno di circa 620mila euro, è tornato al suo antico splendore, con la Sala la galleria e l'alcova. "Qui siamo nel centro del barocco genovese, con affreschi di Valerio Castello, Domenico Piola e Orazio De Ferrari - continua Magnani - con spazi recuperati in maniera straordinaria e con arredi preparati per gli studenti". Le sale e la galleria resteranno a disposizione degli studenti che potranno trovare arredi riattualizzati e diventeranno anche un biglietto da visita. "Balbi 4 è un elemento veramente iconico della nostra università - spiega il rettore Federico Delfino - che può diventare una cifra della nostra promozione anche verso l'esterno. Stiamo pensando a percorsi che sappiano abbinare cultura e tecnologia per attrarre visitatori attraverso la realtà virtuale".

L'aspetto progettuale e la direzione operativa è stata svolta da forze interne e in virtù di una convenzione stipulata con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana. "C'è stata una collaborazione tra l'Università e il nostro laboratorio di restauro - ha ricordato la Soprintendente Cristina Bartolini - che ha permesso di costruire un percorso molto proficuo, dalla fase preliminare fino a quella realizzativa".