Andrea Zorzi e 'La leggenda del pallavolista volante' in scena a Genova: "Ero scarso, ma alto: ecco la mia storia"

di Edoardo Cozza

Lo spettacolo alle 21.30 domenica al Porto Antico: "Niente retorica, ma emozione ed ironia per raccontare la vita di un ragazzo fortunato"

Domenica 16 luglio, alle ore 21.30, in Piazza delle Feste al Porto Antico di Genova proseguono gli appuntamenti del festival “Ridere d’agosto ma anche prima”, la tradizionale rassegna estiva organizzata dal Teatro Garage quest’anno giunta alla trentatreesima edizione. La manifestazione è realizzata in collaborazione con l’associazione culturale La Chascona, si avvale del patrocinio di Regione Liguria e della partecipazione finanziaria del Comune di Genova-Municipio Bassa Val Bisagno.

In programma lo spettacolo “La leggenda del pallavolista volante”, un appuntamento all’insegna dello sport, del teatro e della comicità con protagonista lo sportivo campione del mondo Andrea Zorzi accompagnato dall’attrice Beatrice Visibelli. Una produzione di Compagnia Teatri d'Imbarco, con regia di Nicola Zavagli, che con oltre 150 repliche realizzate in tutta Italia, è diventata un vero e proprio successo nazionale. Lo spettacolo arriva a Genova per la prima volta.

Ne “La leggenda del pallavolista volante” lo sport incontra il teatro e si fa metafora della vita: Andrea Zorzi, conosciuto con il soprannome di “Zorro”, il pallavolista due volte campione del mondo e tre volte campione europeo con l’indimenticabile Nazionale di Julio Velasco, sale per la prima volta sul palcoscenico e, grazie alla penna e alla regia di Nicola Zavagli, racconta la sua grande avventura. Attorno a lui, la verve esplosiva dell’attrice Beatrice Visibelli disegna un paesaggio narrativo carico di ironica allegria, dando vita alla moltitudine di personaggi che hanno accompagnato la vita e la carriera di questo autentico mito dello sport italiano.

Un pallone sgualcito diventa il volante che il padre impugnava durante i molti chilometri percorsi nella sua vita d’autista. Le panche dello spogliatoio, dove ci si confrontava, si discuteva e si finiva spesso per litigare, si tramutano nel letto dove un adolescente febbricitante cresceva troppo e sognava di trovare una ragazza. Lo spazio del palco si trasforma in un campo da pallavolo, per rivivere le azioni mozzafiato scolpite nella memoria di tutti, le vittorie leggendarie e le sconfitte ancora brucianti. Ed ecco dipanarsi un affresco teatrale dove la vicenda personale s’intreccia alla storia e al costume, dove la luminosa carriera di uno sportivo viaggia attraverso la cronaca e la storia di un Paese: dalla campagna veneta degli anni Settanta ai nostri giorni, dai racconti di un’adolescenza complessata, alla formazione di uno sportivo e poi di un campione.