Genova, crollo ponte Morandi: la diagnosi per i sopravvissuti è di stress post traumatico
di Redazione
I medici legali incaricati hanno riconosciuto lo stress post traumatico per le circa 30 persone, tra sopravvissuti e spettatori da vicino, coinvolte nel crollo
Disturbo post traumatico da stress e ferite con una prognosi superiore ai 40 giorni. Sono queste le diagnosi per i danni fisici e psichici che i medici legali incaricati dai pubblici ministeri hanno dato alle circa 30 persone, tra sopravvissuti e spettatori da vicino, coinvolte nel crollo del ponte Morandi (14 agosto 218, 43 vittime). Sono stati sentiti sei medici legali e uno psichiatra forense. Se per le ferite ognuno dei sopravvissuti ha avuto storie cliniche diverse, per quanto riguarda i danni psichici ci sono stati disturbi ricorrenti: insonnia, ansia, chi ha rivissuto l'evento traumatico durante il giorno per mesi. Sono stati in cura prendendo farmaci ma anche seguendo gli incontri con psicologi e psichiatri. I medici legali e lo psicologo forense Gabriele Rocca hanno incontrato i superstiti tra fine 2018 e metà 2019, studiando tutta la documentazione clinica presentata. Nel frattempo l'udienza va avanti, con 58 persone imputate tra ex dirigenti di Autostrade e Spea. L'accusa punta il dito sulle risapute condizioni critiche del ponte, tuttavia ignorate nell'ottica di un risparmio volto a garantire maggiori utili da distribuire ai soci.
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