Genova, Martelli: "Obesità fra i fattori di rischio per il Covid"
di Michele Varì
Il direttore sanitario del San Martino: "Forse per questo tanti morti negli Usa. Ora siamo preparati e abbiamo meno paura per chi va in rianimazione"
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"La situazione Covid in questo momento è in assoluto controllo ma bisogna mantenere un livello di attenzione molto alto in maniera particolare in un ospedale come il San Martino che svolge una funzione di "hub" di riferimento per tutti gli ospedali della Liguria".
E' la rassicurazione di Franca Martelli, igienista e direttore sanitario dell'ospedale San Martino in una lunga intervista rilasciata a Telenord.
I pazienti ospedalizzati sono aumentati giorno dopo giorno ormai da settembre...
“Si tratta di in modesto incremento degli ospedalizzati. Abbiamo pazienti che arrivano anche da altri ospedale della Liguria. Il numero dei positivi è aumentato per via della campagna di screening su tutta la popolazione con i tamponi, dunque più tamponi si fanno e più soggetti positivi si scoprono. Ma scoprire un paziente positivo non significa che quel paziente va ricoverato. Oggi abbiamo undici pazienti in terapia intesiva su una disponibilità di 14 posti letto che possono essere incrementati in base alle necessità sino a 18 posti letto. poi un numero di 20 pazienti ricoverati fra il reparto di malattie infettive del professor Bassetti e l'area medica critica che è un'area presenta al primo piano del pronto soccorso che da venerdì scorso si è stata resa disponibile a pazienti covid positivi".
A quindici giorni dall'inizio delle scuole c'è stata una ripercussione sul flusso dei contagi?
"No, per quanto riguarda l'ospedalizzazione. Potrei rispondere meglio a questa domanda e contestualizzarla da domani (il primo ottobre, ndr) in poi perchè sono quattordici giorni dal contatto"
Per le scuole e gli studenti arriveranno i tamponi veloci: lei cosa ne pensa?
"A me piacciono molto perchè permettono di avere una risposta tempestiva: è ovvio che in caso di dubbi ci debba essere una conferma con il tradizionale test molecolare".
Perché ora i pazienti in rianimazione stanno meno tempo in rianimazione
"Attualmente il turnover della rianimazione è molto più rapido rispetto alla fase uno, nella fase del lock down, ci sono pazienti che escono dalla rianimazione molto più rapidamente perchè presi in carico tempestivamente e la conoscenza dei nostri professionisti è nettamente migliorata, siamo, come dicono i miei colleghi, più preparati".
Lei da igienista ha osservato che fra i fattori di rischio per il covid potrebbe esserci anche l'obesità?
"Sicuramente si è rilevato che fra i pazienti in terapia intensiva ci sono più persone non sovrappeso ma francamente obesi".
Forse anche per questo ci sono stati tanti morti negli Stati Uniti?
"E' possibile che sia uno dei fattori causali visto che in America l'obesità è una delle patologia più diffuse forse per un cattivo stile di alimentazione. Loro non hanno la nostra dieta Mediterranea"
Ci sono già stati due infermieri del pronto soccorso positivi?
"Tutte le volte che si verificano situazioni di questo genere, come accaduto per altri due operatori la settimana scorsa, si attiva un'indagine epidemiologica per cui l'operatore positivo viene tenuto a casa e seguito dalla nostra medicina del lavoro, i colleghi sanitari e non sanitari vengono sottoposti a tampone per verifcare eventuali contagi. Attualmente la situazione è tranquilla".
Il distanziamento sociale: noi siamo a un metro e mezzo di distanza per questo lei ha potuto togliere la mascherina Ma i cittadini come fanno a essere certi di applicarlo in modo corretto?
"Suggerisco una maniera molto semplice: se io stendo il mio braccio e lei che è di fronte stende il suo le dita delle mano si devono toccare. Quella è la giusta distanza. In caso contrario indossare la mascherina coprendo naso e bocca, perchè spesso il naso rimane scoperto".
Oggi ci sono due cluster in Liguria: alla Spezia e nel centro storico di Genova. Che riflessi avete avuto nel policlinico?
"Abbiamo assitito pazienti della Spezia che necessitavano di terapia intensiva: per quanto riguarda la città vecchia invece non abbiamo avuto una ripercussione diretta" (i pazienti infratti sono tutti stati ricoverati e visitati all'ospedale Galliera Ndr).
Inzia il Salone Nautico: le sembra opportuno?
"Questa è una mia opinione personale: io credo che le cose debbano necessariamente andare avanti, con questo virus certamente dobbiamo imparare a convivere sino a quando non ci sarà un vaccino se saremo tutti scrupolosi nell'uso della mascherina e soprattutto nel lavaggio delle mani io credo che possa benissimo andare a vedere delle bellissime barche".
Ma nel centro storico abitanti, negozianti e ristoratori si lamentano perchè si sentono ghettizzati dall'obbligo delle mascherine e i commercianti vedono dimezzare il lavoro?
"Credo che le ripercussioni sull'economia di questa pandemia ci siano ovunque ma oggettivamente non ci sono alternative al distanziamento sociale e la limitazione del flusso delle persone, E' una reltà che non coinvolge solo Genova, non solo l'Italia, ma tutto il mondo"
Lei è un'igienista: camminare da soli con la mascherina ha senso?
"No, non ha molto significato: io quando cammino nei viali dell'ospedale la abbasso, la alzo solo se incontro persone con cui non sono certa di poter mantenere le distanze sociali".
Il professor Icardi, direttore dell'istituto d'Igiene del San Martimo, ha detto che possiamo aspettarci il picco dei contagi a dicembre quando le patologie respiratorie raggiungono i livelli più elevati: siente pronti?
"Sicuramente l'ospedale è pronto e sono pronti tutti gli ospedali della Liguria perchè Alisa ha predisposto un piano con più fasi per andare ad aumentare i livelli di assistenza e di ricovero per tutti i pazienti che ne necessiteranno. Certamente dicembre con gli altri virus influenzali renderà le cose più complesse da gestire, certo è che il livello di conoscenza di questa nuova entità è molto migliorata e io sono fiduciosa che si possa gestire anche un aumento di afflusso come si verifica in tutti gli anni in occasione dell'epidemia influenzale. Quest'anno avremo in piu' il problema di dover distinguere se é il Covid o non lo é".
Il San Martino a differenza dell'ospedale Galliera ha smontato il tendone per il Covid: come mai?
"Se necessario siamo pronti a rimontarlo, stiamo anche studiando di avere una struttura un po' meno precaria, stabile, perchè nella prima ondata del virus eravamo a marzo, adesso siamo a ottobre e novembre".
Cosa potrebbe nascere al posto della tenda?
"Un box strutturato più protetto che non è una tenda"
Ma smontare quella tenda è stato anche un messaggio: rassicurante o fuorviante visto i nuovi contagi?
"Sicuramente rassicurante".
Qui al San Martino sono stati processati tamponi dei giocatori del Genoa: sabato tutti negativi, domenica ben 14 di questi positivi, come è possibile?
"E' possibile perchè per diventare positivi occorre un'adeaguata carica virale. Può accadere che il virus pur presente non avesse la sufficiente carica virale".
Su quattordici persone?
"E' una caso che va approfondito perchè solo il numero lascia perplessi, è anomalo, si può definire un caso eccezioale ma possibile".
Lei cosa pensa del campionato di calcio: giusto riniziare?
"Non me ne intendo, è già tanto se distinguo il portiere dal centravanti"
Lei arriva da Livorno, non è tifosa del Livorno?
"Si certo ma per spirito di appartenenza perdipiù abito vicino allo stadio e sento i cori, che adesso non sento più. Credo che il problema maggiore non riguardi gli spettatori che con una capienza contenuta e il distanziamento possono andare a vedere una partita, ma i calciatori che quando fanno gol inevitabilmente esultano e si abbracciano e questa può essere una fonte di contagio"
Anche in un contrasto si possono contagiare?
"Anche in un contrasto ma anche se sono due persone sudate che vengono a contatto, c'è tutta una classificazione che dice che io posso espormi al rischio se mantengo la distanza e un tempo di contatto che è di fatto superiore ai quindi minuti, diventa difficile allora".
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