Genova, ore 21, il sogno si realizza, al via la pista ciclabile in corso Italia
di Michele Varì
Aster al lavoro sino all'alba per la prima corsia, da corso Marconi a Boccadasse
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Ci voleva il coronavirus, e forse anche un sindaco decisionista, sta di fatto alle 21 il comune di Genova, grazie agli operai Aster, ha avviato la tracciatura delle piste ciclabili in corso Italia, da corso Marconi a Boccadasse. Un sogno che si realizza per molti genovesi.
Le prime strisce bianche e gialle disegnate sull'asfalto, in direzione levante, commuovono quasi Romolo Solari storico ambientalista degli Amici della Bicicletta che da trent'anni aspettava questo momento, ci sono anche gli assessori comunali all'Ambiente e alla Mobilità Matteo Campora e ai Lavori Pubblici Pietro Piciocchi e il presidente del municipio Medio Levante Francesco Vesco, e poi tanti bici amatori fra cui quelli social di Genovaciclabile arrivati ovviamente in bici e a cui sorridono gli occhi, come non capirli,l loro che hanno raccolto migliaia di firme per chiedere anche a Genova piste in cui pedalare.
La corsia che sta nascendo al buio in queste ore in corso Italia sarà lunga 2 km e 400 metri, ovviamente per due, una lato mare, in direzione Boccasasse, l'altra lato monte in senso inverso. Insomma quasi 6 km di ciclabili, non male come inizio. Certo il colpo d'occhio è forte: la corsia riservata alle auto è dimezzata. In una serata vengono cancellate tante titubanze che in decenni nessuno era riuscito a districare. Neppure le giunte di sinistra più a sinistra. Via le auto, spazio alle bici, e chi se ne frega delle lamentele degli stabilimenti balneari, e non solo, che da sempre a proposito dell'idea delle corsi ciclabili sulla promenade paventavano il blocco di Genova e chissà quale altra sciagura terrestre.
La corsia in cui da si potrà pedale è larga un metro mezzo, a cui in linea teorica si deve aggiungere circa mezzo metro di spazio costituito dalla larghezza delle due strisce gialle ai bordi. Ai lati verso il marciapiede ci sono poi circa 70 cm di zona cuscinetto. Un'area utile ad agevolare la discesa dalle auto posteggiare e impedire che le portiere aperte possano diventare un pericolo per i ciclisti.
Infine una chicca, un'indiscrezione destinata a rimanere tale che trapela qui, in corso Italia: pare che i politici i più contenti per la pista targata Bucci siano quelli dell'opposizione, il centro sinistri, insomma, a destra invece c'è qualcuno che storce il naso, "perché si ruba spazio alle auto in una città che non ne ha mai abbastanzaper la mobilità", che poi è quello che ha sempre frenato l'avvio del progetto delle piste a Genova.
Ciclabili low cost, alla genovese, due strisce per terra e un po' di vernice, in fondo ci voleva così poco, ma tant'e senza covid, e forse senza Bucci e il suo saggio, il cattedratico Enrico Musso ciclista urbano della prima ora, forse le piste della promenade sarebbero ancora un sogno. Fra gli operai Aster che stendono le strisce gialle e altri addetti ai lavori qualche sorrisino malizioso: "Mah, e adesso il traffico? E poi proprio ora che qua apre il primo negozio Esselunga?". Insomma, come ogni rivoluzione, le resistense e i dubbi non mancano.
Chi non ha dubbi, beata gioventù, sono le ragazzine che sfrecciano in bici e pattini sulla passeggiata, "Che bella, ma ci possiamo già passare?".
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