Genova: premio 'Primo Levi' allo scrittore Jonathan Safran Foer, cerimonia l'11 maggio al Ducale
di Stefano Rissetto
Tra i temi centrali della sua opera la memoria, l’identità, la trasmissione del trauma ebraico e la responsabilità individuale e collettiva

Il Premio Internazionale "Primo Levi" 2025 è stato assegnato all'unanimità dal Centro Culturale Primo Levi di Genova a Jonathan Safran Foer, scrittore e saggista statunitense (foto gentilmente concessa da Jeff Mermelstein). La cerimonia di consegna avrà luogo l'11 maggio nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Genova. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Jonathan Safran Foer, nato a Washington D.C. nel 1977, è uno degli autori più rilevanti della letteratura contemporanea americana. Ha esordito nel 2002 con il romanzo Ogni cosa è illuminata (Everything Is Illuminated), accolto con entusiasmo dalla critica e tradotto in oltre 35 lingue. Il libro, che racconta la storia di un giovane americano in viaggio in Ucraina alla ricerca delle proprie radici familiari ebraiche, è stato adattato anche in un film con Elijah Wood. Foer ha poi pubblicato Molto forte, incredibilmente vicino (Extremely Loud & Incredibly Close, 2005), un romanzo commovente incentrato sul trauma dell'11 settembre visto attraverso gli occhi di un bambino.
Tra i suoi lavori successivi figurano il saggio Se niente importa (Eating Animals, 2009), in cui esplora le implicazioni etiche e ambientali del consumo di carne, e Possiamo salvare il mondo, prima di cena (We Are the Weather, 2019), che affronta l'urgenza della crisi climatica. Tra i temi centrali della sua opera figurano la memoria, l’identità, la trasmissione del trauma ebraico e la responsabilità individuale e collettiva, elementi che risuonano profondamente con il pensiero e l’eredità di Primo Levi. Per questo motivo, il Centro Culturale Primo Levi ha deciso di attribuirgli il Premio 2025, riconoscendone l'impegno etico e letterario.
Così recita la motivazione dell'edizione 2025: "Se Primo Levi ci ha offerto una testimonianza etica universale, un appello alla responsabilità collettiva e alla memoria come un fondamento della vita civile, Jonathan Safran Foer, nato decenni dopo la Shoah, si confronta con l'eredità della memoria e con la trasmissione del trauma fra le generazioni. Nei suoi saggi emerge come intellettuale impegnato con l'obiettivo di sollecitare le coscienze e risvegliare un senso di responsabilità, fondato sull'empatia e sull'urgenza del cambiamento, capace di ispirare scelte quotidiane e valutare il loro impatto sull'ambiente, gli animali, l'alimentazione e le generazioni future. Con Primo Levi, Jonathan Safran Foer condivide l'idea che la letteratura non sia solo un atto estetico, ma un gesto politico e etico che reca con sé un potere trasformativo. In un mondo segnato da nuove forme di violenza, da discriminazioni e crisi ambientali, le opere di Primo Levi e di Jonathan Safran Foer ci ricordano che l'umanità si preserva anche attraverso le storie che scegliamo di ascoltare e di tramandare".
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