Genova, presidio di insegnanti di sostegno e genitori: "Pretendiamo continuità scolastica per il bene di tutti"
di Redazione
Davanti alla sede del provveditorato sono scesi docenti e famiglie per chiedere "una stabilizzazione che ad oggi non è garantita"
"Se ci tagliano il futuro noi blocchiamo la città" è stato lo slogan che ha accompagnato la manifestazione del "Collettivo docenti di sostegno" e del "Comitato genitori Genova inclusiva" che stanno dando vita ad un presidio davanti alla sede dell'ufficio scolastico provinciale di Genova in via Assarotti.
In piazza sono scesi docenti e famiglie per chiedere una stabilizzazione che ad oggi non è garantita - spiegano- e che mette in forte difficoltà sia gli insegnanti sia i ragazzi assistiti che ogni anno rischiano di essere seguiti da docenti diversi. Famiglie e insegnati protestano anche per il fatto che per ottenere l'abilitazione siano stati riconosciuti corsi online .
La protesta- hanno spiegato gli organizzatori- è pronta ad estendersi anche a livello nazionale: "verremo a Roma" ha detto Paolo Macrì del comitato famiglie senza cure.
Genova diventerà il fulcro della mobilitazione di genitori e docenti di sostegno, uniti contro i tagli all'inclusione scolastica previsti dal Governo Meloni. Alle 11, davanti al Provveditorato agli studi, si riuniranno genitori di bambini e ragazzi con disabilità insieme agli insegnanti di sostegno, per protestare contro una serie di misure che minacciano il diritto all'istruzione inclusiva. "Ci preoccupano i tagli e l'inclusione scolastica in pericolo", ha dichiarato Marco Macrì, esponente del comitato 'Famiglie senza cure' e padre di due bambini, di cui uno con disabilità.
La protesta di lunedì è solo l'inizio di una mobilitazione che promette di intensificarsi nei prossimi mesi. Il Collettivo docenti di sostegno specializzati (Cdss) ha infatti già annunciato una manifestazione nazionale il 6 settembre a Roma, sotto il Ministero dell'Istruzione e del Merito, per chiedere la stabilizzazione dei docenti precari e una formazione di qualità per gli insegnanti di sostegno. La loro preoccupazione si concentra sul Decreto Legge 71/2024, che minaccia di compromettere anni di progressi nell'istruzione inclusiva.
Le proteste non riguardano solo la questione della stabilizzazione, ma anche il costo esorbitante del Tirocinio Formativo Attivo (Tfa), necessario per specializzarsi nel sostegno. "Il corso Tfa dovrebbe essere gratuito", ha sottolineato Macrì, lamentando come molti insegnanti rinuncino a questo percorso a causa dei costi elevati. Caterina Marcianò, una docente di sostegno appena specializzata, ha descritto le difficoltà economiche che ha dovuto affrontare per completare il Tfa, costato oltre 4mila euro tra tasse universitarie e spese di viaggio. "Mettere sullo stesso piano la nostra formazione con corsi ottenuti all'estero svalorizza il nostro impegno e la qualità dell'istruzione che offriamo ai ragazzi", ha detto Marcianò.
La situazione, secondo i manifestanti, è particolarmente grave in Lombardia. Fortunato Nicoletti, vicepresidente dell'organizzazione di volontariato 'Nessuno è escluso' e padre di una bambina con una malattia rara, ha denunciato la mancanza di continuità e di formazione adeguata per gli insegnanti di sostegno. "Si continua a mettere nelle classi personale non formato e non adeguato, che cambia ogni anno. Siamo stanchi di questa situazione", ha dichiarato Nicoletti.
Le voci dei genitori e dei docenti di sostegno si uniscono in un coro unanime contro le politiche del governo, chiedendo serietà e rispetto per il diritto all'istruzione inclusiva. La manifestazione di lunedì rappresenta solo il primo passo di una lunga battaglia, che, se le cose non cambieranno, promette di durare a lungo.
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