Genova promuove il filobus da 24 metri: "Ora cambiare il codice della strada"
di Fabio Canessa
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Superati i test su strada, per coprire tutta la città ne serviranno 145 (o anche meno)
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Promosso a pieni voti. Genova saluta il filobus da 24 metri, sperando che sia un arrivederci. Dopo quattro giorni di prove su strada il Van Hool Exquicity – o ‘Vermone’, come è stato ribattezzato da curiosi e detrattori – se ne torna a Linz, città austriaca che lo ha concesso in prestito. Il Comune e Amt ormai non hanno più dubbi: fondi ministeriali e omologazione permettendo, sarà lui il mezzo di trasporto del futuro.
“Il test è andato molto bene. Il mezzo ha dimostrato un’ottima manovrabilità grazie alle ruote posteriori sterzanti. Il raggio di curvatura è ottimale, lo stesso di un bus da 18 metri, anche nelle strade più strette e negli angoli retti”, spiega Stefano Pesci, direttore generale di Amt. Anche i punti più critici, come via Interiano, la rotatoria di piazza del Principe e l’inversione di marcia in via Rimassa, li ha passati egregiamente. “Si guida meglio dei filobus che abbiamo già”, sussurra qualche autista a bordo.
Ora lo scoglio è il codice della strada. Perché mezzi così lunghi in Italia non possono circolare, se non vincolati a una rotaia. Ad oggi la dimensione massima è 18,7 metri. A giugno dovrebbe essere approvato un pacchetto di modifiche che potrebbe includere la possibilità di ottenere deroghe specifiche per le città che ne facessero richiesta.
La questione non interessa solo a Genova, ma anche a città come Milano e Bologna che vogliono aumentare la capacità della propria rete filoviaria. “Queste prove sono molto significative, Genova ha strade complicate. Se questo veicolo gira qui, vuol dire che può farlo ovunque”, nota Maurizio Bottari, amministratore delegato di Kiepe Electric, la società che l’ha equipaggiato col sistema a batterie.
Ognuno di questi gioiellini tecnologici, capaci di marciare in elettrico per circa 8 chilometri senza captare energia dalla bifilare, costa circa 1 milione di euro e trasporta 200 passeggeri. “Noi avevamo calcolato che, per servire tutti gli assi di forza, servissero 145 filobus da 18 metri. Con una dimensione maggiore potrebbero servire meno mezzi. Lo vedremo quando cambierà concretamente la legge”, aggiunge Pesci.
Al momento non è chiaro se tutte le direttrici che il Mit dovrebbe finanziare con 547 milioni (Marassi-Campi, Nervi-Principe, Prato-Foce e Caricamento-Voltri) saranno gestite con filobus da 24 metri. All’estremo levante della città, per esempio, c’è il ‘budello’ di via del Commercio che non ha potuto essere testato in questa fase perché laggiù la filovia non arriva. “Vedremo, dobbiamo ancora analizzare le singole linee”, replica Balleari.
Toccherà insomma al super bus elettrico non far rimpiangere il tram, che pure ha molti estimatori all’ombra della Lanterna. La vera sfida, soprattutto per la Valbisagno, sarà trovare il modo di creare un vero asse protetto per evitare che i mezzi, per quanto comodi e capienti, finiscano intralciati dal traffico privato.
Fabio Canessa
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