Genova, Ronzoni (Uil Liguria): "La sicurezza della città è un'emergenza"
di Redazione
Il commissario straordinario: "E' tempo di mettersi intorno al tavolo per strutturare un progetto condiviso"

GENOVA – Sul tema della sicurezza della città occorrono progetti condivisi e non estemporanei dettati dallo spopolamento del territorio per le ferie estive. Spaccio e violenza si stanno impadronendo del centro storico di Genova, a discapito della sicurezza delle famiglie, dei commercianti e delle persone più fragili e sole. In queste ore leggiamo sulla stampa cittadina di risse tra pusher nei vicoli di Genova per il controllo del territorio dello spaccio, di minori non accompagnati affidati al Comune che verrebbero coinvolti nelle operazioni di microcriminalità, di commercianti che – esasperati – intendono rivolgersi a un servizio di vigilanza privata perché affidarsi alle forze dell’ordine non sortisce gli effetti sperati. “Questo è un mondo che funziona alla rovescia, un sistema che non intendiamo tollerare e al quale occorre mettere mano insieme alla Prefettura e agli enti locali: le forze dell’ordine, compresa la polizia locale, devono poter operare in efficienza e sicurezza a tutela della cittadinanza e di loro stessi. Esistono problemi storici: mancanza di organici nella Polizia di Stato, mansioni non opportune di vigilanza affidate alla polizia locale e vigilanza privata chiamata a fare un lavoro per il quale gli addetti non sono stati formati. Questa storia deve finire perché Genova ha bisogno di una rete sociale che metta insieme le esigenze di tutti – tuona Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria - Noi siamo il sindacato delle persone e non possiamo stare a guardare: la città invecchia ed è anche più fragile, sola e in difficoltà. Basti pensare che nel 2050 i cittadini con più di 65 anni di età saranno il 35,1 per cento della popolazione. Siamo in emergenza: ci vuole un tavolo per la sicurezza della città che garantisca alle forze dell’ordine di operare in tranquillità con le mansioni ad ognuno attribuite e ai cittadini di avere un servizio che li tuteli senza dover ricorrere alla vigilanza privata per mansioni che non spettano a quel servizio. È tempo di mettersi intorno al tavolo per strutturare un progetto condiviso tra tutti gli attori del territorio”.
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