Genova,domenica con Sgarbi dai Musei di Strada Nuova a Palazzo della Meridiana
di Giulia Cassini
L'assessore Barbara Grosso: "Una ricognizione artistica guardando già ai prossimi Rolli Days di ottobre"
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Lo fermano e cercano di studiarne le mosse, ma non è facile quando l'altro è Vittorio Sgarbi. Da sempre non omologato, "ostinato e contrario" si dice a Genova, riesce a scovare anche i tesori nascosti e quando ha un'idea va, nel bene e nel male, fino in fondo. A Genova nel pomeriggio assolato del 5 luglio è in ricognizione artistica tra i capolavori dei Musei di Strada Nuova: "Dipinti, disegni, arredi guardando già ai prossimi Rolli Days" ammette l'instancabile assessore alle Politiche Culturali Barbara Grosso.
Riserbo assoluto sulle novità all'orizzonte, sicuramente Sgarbi si è soffermato molto a Palazzo Bianco con il conservatore Margherita Priarone, in particolare sull'Ecce Homo (Michelangelo Merisi), dipinto enigmatico, la cui affascinante e controversa vicenda attributiva non ne diminuisce, ma anzi ne accresce la fama. Registrato per la prima volta nell'inventario di Palazzo Bianco del 1921 come "copia da" Lionello Spada, senza indicazioni di provenienza, e pesantemente danneggiato nel corso del secondo conflitto mondiale, il dipinto rimane ignorato sino ai primi anni Cinquanta quando viene attribuito dallo storico dell'arte Roberto Longhi al Merisi.
Prima di visitare Palazzo Ducale , dove è atteso per le 18, Vittorio Sgarbi passa a Palazzo della Meridiana appositamente per visionare con la famiglia Viziano "Da Cambiaso a Magnasco. Sguardi genovesi", una mostra molto apprezzata evidenziandone le sezioni e la sequenza narrativa in dialogo con la curatrice Anna Orlando. Un punto di approfondimento particolare per l'affiancamento dei ritratti de "Il cardinale Giulio Spinola" di Giovanni Battista Gaulli, detto il Baciccio e lo stesso soggetto ritratto intelligentemente, ma non dello stesso livello espressivo, di Gio. Bernardo Carbone. Come ha commentato Daniele Sanguineti nel catalogo Sagep a cura di Anna Orlando e Agnese Marengo che presenta la mostra "Le sfumature di resa dell'incarnato, il brillio conferito al limpido sguardo, i dettagli descrittivi dei pizzi della cotta e delle pieghe plastiche della mozzetta testimoniano gli strumenti messi in atto da Gaulli per tradurre in pittura le proposte della ritrattistica scultorea professata".
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