Genova, sigarette di contrabbando tra alimenti arrivati dalla Tunisia: sei arresti
di Edoardo Cozza
Operazione della guardia di finanza con la procura europea: l'organizzazione avrebbe operato tra Italia e Francia
Sigarette di contrabbando nascoste tra prodotti alimentari arrivate dalla Tunisia al porto di Genova. Il traffico è stato scoperto dalla Guardia di finanza che insieme alla procura europea ha arrestato sei persone. L'organizzazione, secondo quanto fin qui appurato, avrebbe operato tra l'Italia e la Francia. Gli arrestati, nordafricani, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata all'importazione di sigarette di contrabbando da collocare sul mercato nero italiano e francese.
Gli investigatori hanno ricostruito il modus operandi: un'impresa tunisina gestita dall'organizzazione spediva in Italia container di generi alimentari tipici del Paese nordafricano, simulando operazioni commerciali con imprese italiane, talvolta compiacenti, perché controllate dagli stessi membri dell'associazione criminale. Dentro i container venivano nascoste le sigarette, con carichi tra i 500 e i 700 chili. Il carico una volta arrivato in Italia, veniva preso da altri membri dell'organizzazione che si occupavano delle operazioni di sdoganamento, effettuate anche sulla base di documentazione doganale e commerciale falsa. Infine la merce veniva stoccata in un magazzino nel nord Italia, dove altri membri dell'organizzazione prelevavano il carico di sigarette. Alcuni carichi, giunti in porti italiani, venivano mandati via terra in Costa Azzurra, mentre una parte rimaneva in Italia. Le indagini sono partite da alcuni sequestri fatti a partire dal 2019.
Ad agosto del 2020 nel porto di Genova vennero trovate, all'interno di un carico di chamia e di harissa, 798 chili di sigarette di cui 422 contraffatte. A Livorno, a ottobre 2020 vennero trovati 603 chili di bionde nascoste tra diverse scatole di dolci tipici della Tunisia. Nel 2019 in provincia di Verona i finanzieri italiani trovarono 450 chili di sigarette all'interno di alcuni bancali di bibite utilizzate come carico di copertura. Il danno economico al bilancio nazionale e al bilancio dell'Unione europea è stimato in circa 450 mila euro.
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