Gli Stati Uniti si sfilano dai negoziati Onu per la decarbonizzazione dello shipping
di Carlotta Nicoletti
Washington lascia i tavoli dell’IMO a Londra e minaccia contromisure in caso di tasse sulle emissioni alle navi USA

Gli Stati Uniti si sono ritirati dai negoziati dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) per definire una tassa globale sulle emissioni delle navi. Il governo americano contesta ogni misura economica che penalizzi i propri operatori e avverte: in caso di imposizioni unilaterali, saranno valutate contromisure.
Ritiro USA – La decisione è arrivata durante i colloqui in corso a Londra, nella sede dell’IMO, dove si discute di un piano per azzerare le emissioni del trasporto marittimo entro il 2050. L’idea è di introdurre un sistema di tassazione proporzionale alla CO₂ emessa dalle navi, per finanziare carburanti verdi e tecnologie a basso impatto.
Linea dura – L’amministrazione Trump ha comunicato, con una nota informale inviata agli ambasciatori, il rifiuto di partecipare: “Respingiamo qualsiasi tentativo di imporre misure economiche alle navi statunitensi”, si legge. E avverte che, se approvate, queste misure potrebbero portare a “azioni reciproche”.
Divisioni internazionali – La posizione americana rafforza le resistenze di Paesi come Cina, Brasile ed Emirati Arabi, già contrari a una “mega-tassa” che, a loro dire, rallenterebbe lo sviluppo economico. Dall’altra parte, però, i piccoli Stati insulari e vulnerabili al cambiamento climatico spingono per una rapida transizione.
Reazioni italiane – “Non mi sorprende, è coerente con l’impostazione protezionista degli USA”, commenta Stefano Messina, presidente di Assarmatori. “Ma disertare il tavolo IMO è un errore: la transizione va fatta con regole condivise e tecnologie realmente disponibili”.
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