Il Cup ancora chiuso, Rossetti: “Riapra al più presto e ci si avvalga anche dei privati per smaltire le prenotazioni”
di Antonella Ginocchio
A Fuori Rotta, in onda questa sera alle 21, il consigliere Pd si scontra con Ardenti (Lega)
Toni accesi nella nuova puntata di Fuori Rotta dedicata alla sanità, in onda questa sera, venerdì, alle 21. In studio si è discusso del sistema di prenotazione del Cup Liguria, sospeso durante l’emergenza coronavirus e non ancora riaperto. Decisa la presa di posizione del consigliere regionale del Pd, Pippo Rossetti: “E mancato del tutto un progetto complessivo della gestione dell'emergenza: per cercare di stare dietro alla contingenza Covid 19 si sono trascurati tutti gli altri pazienti, che non hanno potuto ottenere gli esami”. E aggiunge: “ll Pd ha da tempo proposto l’aiuto dei centri privati per smaltire le prenotazioni, permettendo ai cittadini di rivolgersi gratuitamente ad altre strutture rispetto a quelle pubbliche. Diversi privati avevano dato la loro disponibilità, ma non siamo stati ascoltati. Evidentemente, lo scopo era spingere la gente a rassegnarsi e a pagare da sé le prestazioni, pur di non prendersi la responsabilità di gestire la situazione”
Paolo Ardenti, consigliere regionale della Lega, componente della Commissione Salute, stretto collaboratore dell’assessorato alla sanità, difende invece l’operato di Alisa, la super Azienda sanitaria che controlla l’intera sanità regionale (compresi i Cup): “Ci siamo trovati nel bel mezzo di un’emergenza, ma nonostante ciò abbiamo garantito i servizi essenziali”, ha detto Ardenti. E ancora: “ Il sistema di prenotazione è stato sospeso per cause di forza maggiore, ma ciò non vuol dire che abbiamo trascurato i pazienti. Sicuramente ci sono moltissimi utenti che dovranno recuperare gli esami sospesi negli ultimi mesi e che forse avranno visto un cambiamento nelle le loro condizioni, ma la sanità ligure è comunque riuscita a garantire le urgenze, grazie soprattutto al filtro dei medici di famiglia”. Sentendo parlare di medici di famiglia interviene Lorenzo Cozzani, componente del “Manifesto della Sanità spezzina” e storico medico della Spezia (ora a riposo), in collegamento Skype: “Si è riusciti nell’impresa unica di far arrabbiare anche i medici di famiglia! I dottori di base si sono trovati stretti tra due fronti: i pazienti che chiedevano a gran voce gli esami e la lentissima trafila che bisogna affrontare per prenotare un esame, anche se urgente. Noi medici dovremmo fare i clinici, non i burocrati”.
Rita Hervatin, presidente regionale del Tribunale del malato rimarca che in questa situazione gli ammalati si sentono abbandonati e alla fine al cittadino non resta che presentarsi al pronto soccorso per ogni problema, un’opzione che però durante l’emergenza Covid non era praticabile.
Tra coloro che si sono sentiti abbandonati dal sistema sanitario c’è Camilla Parodi, una giovane genovese che soffre di una grave allergia e che in questi mesi ha dovuto affrontare diverse crisi d’asma: “Ho avuto la fortuna di essere seguita da una dottoressa molto disponibile, che mi ha aiutata anche nel pieno dell’emergenza. Ma l’ha fatto di sua iniziativa: se mi fossi dovuta affidare alle procedure “regolari”, non avrei ricevuto un’assistenza adeguata”.
Rossetti ha incalzato ulteriormente Ardenti, spiegando che si è già perso fin troppo tempo: occorre un piano per smaltire le prestazioni rimaste bloccate da febbraio e nel contempo riaprire i Cup, per permettere alle persone di curarsi. “Camilla ha descritto molto bene una questione fondamentale: durante l’emergenza sanitaria si sono rivelate tutte le carenze della sanità. Purtroppo i dati ci dicono che molte persone non si sono fatte curare”, dichiara il consigliere del Pd. In linea con la posizione di Rossetti è il vicepresidente della Commissione sanità della Regione, Gianni Pastorino, in collegamento via Skype.
Un altro tema caldo è quello dei centri diurni per disabili, chiusi dal 9 marzo e mai più riaperti. Non è ancora chiaro quando queste strutture, fondamentali per aiutare la quotidianità delle persone con handicap e delle loro famiglie, potranno tornare operative. Sul tema interviene Claudio Puppo, segretario della Consulta regionale per l’handicap: “I disabili sono sempre dimenticati, da destra da sinistra. È una mancanza culturale, che appartiene alla società intera. Abbiamo denunciato di non avere avuto nessuna assistenza territoriale ben definita durante la quarantena: i professionisti e i volontari si sono mossi in modo indipendente per aiutare i disabili, ma è mancato del tutto un coordinamento”. Giorgio Cereseto, papà di una ragazza disabile, descrive la situazione con queste parole: “E’ una tragedia della solitudine. Con i centri diurni e i percorsi educativi sospesi, disabili, anziani e bambini si sono sentiti abbandonati”. Anche il tema dei centri diurni scatena un acceso confronto in studio tra Rossetti ed Ardenti. Rossetti ha chiesto ad Alisa di varare delle delibere che consentano l’apertura in sicurezza dei centri diurni e di sbloccare il pagamento degli stipendi degli operatori, che in questo periodo di chiusura non hanno fatto mancare il loro sostegno ai disabili anche con assistenza e attività online.
Nell’ultima parte della trasmissione si parla del candidato presidente della Regione che dovrà rappresentare la coalizione centrosinistra - Movimento 5 Stelle.
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