L'allarme di Femca Cisl: rivedere la gestione delle risorse idriche
di Marco Innocenti
L'assessore Campora: "Genova su questo è all'avanguardia"
L’acqua come bene primario, da tutelare, da risparmiare e da gestire al meglio. E’ questo il tema intorno al quale si sono confrontati gli ospiti del convegno organizzato dal Femca Cisl Liguria dal titolo “Il valore dell’acqua”. Il sistema idrico italiano immette in rete qualcosa come 396 litri di acqua al giorno per ogni abitante ma solo 245 di questi arrivano effettivamente al consumo, con una dispersione lungo la rete distributiva del 38.2%, pari cioè a 151 litri procapite al giorno. A complicare la situazione, poi, il moltiplicarsi dei gestori, che oggi sono oltre duemila su tutto il territorio nazionale. Questo, secondo Femca Cisl, riduce la possibilità di realizzare vere economie di scala e non permette un piano programmato d’investimenti sulle infrastrutture.
“Genova da questo punto di vista è sicuramente avanti – spiega l’assessore all’ambiente Matteo Campora - Abbiamo una grande tecnologia e grandi aziende che si occupano dell’acqua, tanto che anche in periodi di siccità, come accaduto lo scorso anno, non solo non siamo stati costretti a razionare l’acqua ma addirittura l’abbiamo fornita alla provincia di Piacenza. Su questo, Ireti fa molti investimenti ma il vero problema da affrontare è il costo che grava sui cittadini. Questi investimenti vanno ripagati nelle bollette quindi l’elemento su cui discutere è proprio quello del prezzo dell’acqua che negli anni è aumentato. Va anche detto però che oggi ognuno di noi potrebbe ridimensionare il proprio consumo di acqua rispetto alla reali esigenze”.
“Se facciamo una mappatura delle infrastrutture idriche esistenti – commenta Luca Maestripieri, segretario generale di Cisl Liguria - ci si accorge che gli acquedotti sono dei veri colabrodo. Erano più efficienti e funzionali quelli dell’antica Roma. E questo tema chiama in causa le aziende che gestiscono il ciclo idrico nelle varie zone. L’altro grande tema da affrontare è che in questo settore lavorano solo in Liguria 3-4mila persone e poi ci sono 2 miliardi e mezzo di investimenti fermi. E’ fin troppo facile capire cosa vorrebbe dire per la crescita del paese e per l’occupazione se questi soldi venissero sbloccati”.
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