Lega: "Rixi resta al suo posto", M5s: "Vogliono far saltare il contratto? Lo dicano"
di Fabio Canessa
2 min
Il 30 maggio sentenza spese pazze, scontro Romeo-Buffagni sulle dimissioni. Salvini: "Non commento ipotesi"
All'indomani delle europee è di nuovo scontro all'interno del Governo sul caso Rixi, atteso alla sentenza sul caso spese pazze il 30 maggio. "Intanto ci auguriamo qualcosa di positivo, dovesse arrivare qualcosa di diverso abbiamo già detto che Rixi sta al suo posto. La Lega ha deciso", afferma capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo uscendo da Palazzo Chigi, assieme al sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi, dopo la riunione sullo sblocca-cantieri.
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"Non commento i se, commento la realtà non le ipotesi e rispetto il lavoro dei giudici". Lo ha detto il vicepremier e ministro dell'interno Matteo Salvini in una conferenza stampa al Viminale. "Capisco il travaglio in casa altrui - ha aggiunto riferendosi ai cinquestelle - ma non commento assoluzioni e condanne fin quando non ci sono. La lega commenterà la realtà dei fatti quando di verificheranno".
Secca la replica del sottosegretario Buffagni a palazzo Pirelli: "Sono da sempre garantista e mi auguro che Rixi venga assolto. Se, però, questo non dovesse accadere voglio ricordare ai nostri alleati che c'è un contratto di Governo da rispettare dove c'è scritto chiaramente cosa si deve fare. Se non lo vogliono rispettare e farlo saltare lo dicano chiaramente e se ne assumano la piena responsabilità".
Rixi è imputato a Genova nel processo sulle cosiddette spese pazze dei consiglieri regionali liguri. La sentenza è prevista per il 30 maggio. Il procuratore aggiunto Francesco Pinto aveva chiesto la condanna per Rixi a 3 anni e 4 mesi. Erano state chieste condanne anche per altri 18 imputati, tra ex e attuali consiglieri regionali, e l'assoluzione per altri tre.
Per l'accusa, i consiglieri regionali nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012 si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gite al luna park, gratta e vinci, ostriche, fiori e spese per oggetti vari. In alcuni casi, sempre secondo l'accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano. Le pezze giustificative, molto spesso, si riferivano a periodi festivi come Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo Maggio, giorni per l'accusa 'sospetti' per svolgere attività istituzionale.
Nel complesso viene contestato un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro. A gennaio, alcuni difensori degli imputati avevano chiesto, in via subordinata all'assoluzione, la riformulazione del reato da peculato a indebita percezione di erogazioni o fondi pubblici.
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