Liguria, approvato il Piano Sociale Integrato: Balleari (fdl): "Confronto deludente", Natale (pd): "Nessuna cifra nel piano"
di Carlotta Nicoletti
Giampedrone: "Sembra che alcuni consiglieri di opposizione abbiano cercato alibi per non votare un buon Piano, su cui tutti gli stakeholders hanno espresso un grande apprezzamento”
E' stato approvato oggi il Piano Sociale Integrato Regionale 2024-2026. Il documento era stato approvato dalla Giunta il 29 settembre scorso. Lo Psir è il risultato di un lungo percorso di dialogo e confronto con i Comuni, il Terzo Settore, le parti sociali e diversi stakeholders, ed è frutto della collaborazione con Anci Liguria e Università di Genova.
Scopo del documento è delineare la cornice strumentale e tematica all’interno della quale gli Ambiti Territoriali Sociali dovranno definire la propria strategia riguardo i servizi sociali sulla base dei bisogni rilevati all’interno delle rispettive aree di riferimento. Tra le principali novità, la nuova geografia degli Ambiti Territoriali Sociali che, in armonia con la normativa nazionale, coincidono con i Distretti Sanitari, e l’individuazione di nuove professionalità ritenute idonee a gestire e svolgere le attività.
“Siamo molto soddisfatti di questo risultato, che è frutto di un approfondito lavoro – affermano il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alle Politiche sociali Giacomo Giampedrone - in condivisione con Anci, con i componenti della II Commissione che ringrazio e con tutti gli auditi che hanno portato un contributo importante durante tutto il percorso dell’ultimo anno. Questo Piano, assolutamente positivo sia nel metodo che nel merito, riorganizza le risposte territoriali garantite dai Servizi sociali, guarda ai nuovi bisogni emersi via via dopo la pandemia e tende a distribuire le risorse in modo più capillare ed efficace, puntando anche a una razionalizzazione delle risposte che bisogna dare per essere sempre più vicini ai bisogni dei cittadini”.
“Anche sotto il profilo delle risorse, sono stanziati almeno 157 milioni di euro, con un aumento delle disponibilità nell’ultimo anno e mezzo – aggiunge Giampedrone -. Senza contare, ad esempio, gli oltre 10 milioni del Fse per il bonus per gli asili nido gratuiti, una misura assolutamente sociale finanziata però con altre risorse rispetto a quelle del Piano approvato oggi. Questo documento traguarda al triennio ma – spiega – imposta fin d’ora le politiche sociali dei prossimi anni, nell’ottica di una sempre maggiore integrazione con diverse materie, ad esempio le politiche abitative o l'agricoltura sociale, oltre che, ovviamente, con le politiche sociosanitarie, coerentemente con l’impostazione del Pnrr e le Case di Comunità, elemento chiave del dialogo tra il Piano sociosanitario approvato poche settimana fa e il Piano Sociale Integrato”.
Il piano definisce criteri organizzativi e di riparto delle risorse finanziarie, oltre a delineare interventi che mirano al raggiungimento del benessere dei cittadini della regione e dedica specifica attenzione ai territori più fragili sotto il profilo socio-economico e ambientale e vuole garantire equità di accesso ai cittadini, favorendo la riorganizzazione degli Ambiti Territoriali secondo la logica della prossimità: la dotazione prevista a livello complessivo è di oltre 157 milioni di euro ed è composta dal Fondo annuale politiche sociali regionale (8 milioni di euro), Fondo triennale politiche sociali nazionali (oltre 35,5 milioni di euro), Fondo triennale non autosufficienza (quasi 80 milioni di euro) e Fondo povertà triennale (circa 33,5 milioni di euro).
Le aree tematiche affrontate dal Piano riguardano infanzia, minori, giovani, famiglia, disabili, welfare di comunità, povertà, conciliazione vita/lavoro, pari opportunità, violenza di genere, carcerati, cittadini di paesi terzi, non autosufficienza e anziani.
Nell’ambito delle diverse aree tematiche, sono previsti l’istituzione di nuovi centri famiglia, il potenziamento delle attività di inclusione e supporto rivolte alla disabilità o alla non autosufficienza, nuovi servizi (stazioni di posta, iscrizione anagrafica e ‘housing first’) rivolti alle persone in stato di povertà ed estrema povertà, oltre alla prosecuzione dei progetti di supporto agli anziani (per esempio custodi sociali, maggiordomo di quartiere) con una particolare attenzione alle politiche in favore dell'invecchiamento attivo e alle politiche rivolte ai più giovani nella doppia ottica di prevenzione e di promozione del loro ruolo di cittadini attivi e consapevoli.
Alle critiche della minoranza, l’assessore Giampedrone risponde: "Sembra che alcuni consiglieri di opposizione abbiano cercato alibi per non votare un buon Piano, su cui tutti gli stakeholders hanno espresso un grande apprezzamento”.
Stefano Balleari, consigliere regionale (fdl): "Confronto deludente, io ho partecipato alle varie commissioni per arrivare a questa approvazione, dove la minoranza aveva espresso un voto contrario dicendo che lo avrebbe fatto solo per relazionare in aula e mi faceva ben sperare. Anche perché tutte le audizione che abbiamo visto, con i vari stakeholder, con i portatori d'interesse che abbiamo udito nel corso di queste lunghe commissioni, sembrava che avessero colto nel segno che questo piano sociale fosse la risposta alle loro esigenze. Pensavo quindi che in aula oggi ci sarebbe stata un'approvazione più ampia, quindi è una delusione. Un piano sociale fatto a più mani con Anci e i Comuni con consultazioni importanti, mi sembrava avesse soddisfatto tutti, sarebbe dovuto essere approvato più velocemente".
Sergio Rossetti, consigliere regionale (Azione): "Il piano è descrittivo, fatto bene dagli uffici, mancano le decisioni politiche, mancano le risorse per dare gamba agi obiettivi, che non sono indicati nelle priorità e quindi c'è lo scibili umano dei servizi sociali va bene, ma bisognava decidere cosa fare e dove puntare. Sviluppare una politica più forte nell'ambito per esempio delle persone che perdono casa. Non abbiamo votato a favore perché è stato svilito il sistema dei servizi sociali, nel momento in cui chiunque con qualsiasi laurea può andare a dirigere i disservizi sociali dei comuni. I distretti non possono essere gestiti da tutti".
Davide Natale, consigliere regionale (Pd): "Un piano contro gli enti locali e gli assistenti sociali, un piano che non rispetta quanto emerso dalla discussione del Cal, in cui tutti gli enti locali hanno dimostrato le loro preoccupazioni su uno stravolgimento, senza avere le risorse finanziare e umane per far fronte a quanto previsto dalla pianificazione. Un piano dove non c'è una cifra, dove non sono indicate le risorse spese. Quando un piano è triennale, si dovrebbe avere anno per anno le risorse indicate per ogni settore. Nel momento in cui ci sono le risorse del Pnrr, che scadono entro 31 dicembre 2026, dovrebbero esserci i nomi dei progetti e le risorse impiegate. Il tema che più ha colpito poi sono le case della comunità, dove non ci sono i contenuti. Volevamo un piano per la Regione Liguria. Per fortuna durerà solo 3 anni poi si avrà una nuova maggioranza e un nuovo piano che metterà al centro i cittadini.
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